Era in spiaggia con la famiglia Donato loiodice, 33 anni, sul Lungomare della Salute, a pesca di cozze sugli scogli. Qualche attimo e la moglie lo vede in acqua, agonizzante. Grida aiuto, chiede soccorsi, le urla risuonano sulla battigia. Inutili i soccorsi del 118, arrivato sul posto. E vani anche quelli di chi, trenta minuti prima, ha tentato con coraggio il tutto per tutto.  “L’abbiamo recuperato dall’acqua, l’abbiamo trascinato fino alla spiaggia e lì abbiamo provato in ogni modo a rianimarlo, siamo infermieri”. A ricordare una mezz’ora di agonia è Emiliano, tra i primissimi a soccorrere l’uomo in acqua, ben prima che arrivasse l’ambulanza. Anche lui era in spiaggia, giocava con il figlio. “Ho sentito le urla della moglie, mi sono voltato, e ho notato un uomo da solo che cercava di tirare fuori il corpo dall’acqua, allora sono corso a dare una mano. Trascinare un corpo inerte da 80 chili non è semplice”. La sua testimonianza è stata messa a verbale dalla Capitaneria di Porto. “Ho usato il defibrillatore, ho fatto il massaggio cardiaco per 35 minuti, ho utilizzato anche il pallone ambu messo a disposizione dal chiosco perché usciva sangue dal cavo orale. Ci siamo alternati io e mio fratello, siamo entrambi infermieri specializzati”. Un tentativo disperato, ma l’uomo “credo fosse già morto quando siamo arrivati alla spiaggia. Era cianotico, con le pupille dilatate, il polso assente”.  La dinamica dei fatti non è emersa con chiarezza, sui fatti indagano i Carabinieri di Ostia e la Capitaneria di Porto. Ma l’ipotesi che sembra certa è quella del malore. “Credo abbia avuto una congestione, prima di andare a cercare le cozze aveva mangiato. E in ospedale è stata accertato l’arresto cardio polmonare”.