Il tempo delle riflessioni è finito. Per i giovani occorre porre in essere da subito tutte quelle condizioni atte a prevenire certe situazioni, affinché non si  verifichino determinate condotte che possano poi sfociare in azioni criminose, favorendo, invece, in un certo senso, la prevenzione piuttosto che la repressione e la relativa ‘cura’, facendo venire meno anche il concetto di certezza di pena, intesa come deterrente che, seppur assolutamente giusta e legittima in uno Stato di diritto come il nostro, poche volte è servita in realtà al suo scopo”. È quanto si legge nella nota di ViviAmo Fiumicino e Azione Fiumicino.

“Pensando agli ultimi fatti avvenuti nel nostro territorio – prosegue la nota – questi non costituiscono solo un campanello d’allarme, bensì raccontano e fotografano una realtà generale ormai sfuggita di mano, alla quale, comunque, la società tutta può porvi rimedio. Non serve perdere tempo ad individuare i responsabili di questa deriva socio-esistenziale, ma chi detiene responsabilità di governo a diverso livello, ha il dovere istituzionale, ma anche morale, di produrre tutti quegli sforzi possibili per invertire questa pericolosa tendenza.

Le istituzioni devono, già da ora, creare quelle giuste condizioni, grazie alle quali i giovani si possano sentire sin dall’inizio utili e parte integrante della società e anche all’interno della propria comunità. Pensiamo ad esempio al ripristino del servizio di leva; al servizio civile; al volontariato; alle squadre sportive del proprio istituto scolastico frequentato, relative agli sport più popolari ed amati; ai corsi di musica, canto, teatro ed altre arti, sempre nelle scuole di appartenenza, per veicolare passioni e propensioni.

Bisogna dare vita, quindi, a tutte quelle occasioni, per rendere i ragazzi parte attiva all’interno del proprio contesto sociale e per scongiurare situazioni di isolamento, che li possano trascinare in una probabile deriva comportamentale ed essere inghiottiti da quel mondo virtuale, che potrebbe a volte risultare pericoloso. Le istituzioni, pertanto, devono fornire tutti quegli strumenti utili a far crescere in maniera sana e responsabile i giovani, anche per aiutare in parallelo le famiglie, nella loro crescita, incentivando altresì investimenti mirati  per la scuola, prevedendo progetti, che vedano coinvolte scuola e famiglia, appunto, che ricordiamo sono tra i principali punti di riferimento all’interno di ogni società civile, per concedere così le stesse opportunità a tutti i ragazzi e sostenere chi è in condizioni di difficoltà economica e sociale.

Oggi abbiamo una grande opportunità in tal senso, visto che i fondi del Recovery Plan prevedono circa 28 miliardi di euro da destinare alla scuola e sicuramente costituiscono un’occasione storica per adeguare il nostro sistema scolastico, colmando laddove gap sia geografici, che sociali e favorendo anche una maggiore interazione con il mondo del lavoro.

Investire sui giovani, non è solo a loro esclusivo vantaggio, ma costituisce un vantaggio anche per la società attuale e per quella futura. In questo anno di pandemia, abbiamo visto stravolgere tutte le certezze e quelle sicurezze alle quali tutti noi eravamo abituati, come il lavoro diventato a rischio o addirittura perso, risparmi di anni andati in fumo, il rischio di perdere la propria casa…, tutte circostanze  che ci devono far capire, che la vera ricchezza su cui credere e, di conseguenza, investire e battersi affinché possa crescere, sono i nostri figli. Non perdiamo altro tempo, aiutiamoli per aiutare noi stessi, perché ne vale la pena”.