Proseguono i monitoraggi effettuati dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia e dell’Università Roma Tre sulle emissioni del soffione di gas della rotonda di via Coccia di Morto a Fiumicino. “Da quattro settimane – spiega Maria Luisa Carapezza dell’Istituto nazionale di Geologia e Vulcanologia – stiamo studiando il fenomeno di questa polla gorgogliante: un’emissione di fango e gas composto al 96 per cento da anidride carbonica, più un 2 per cento da aria e 1 per cento di metano. Ogni giorno dall’apertura fuoriescono circa 20 tonnellate di anidride carbonica che si disperdono nell’aria, più una parte che si diffonde negli strati più superficiali del terreno. Le emissioni, il cui monitoraggio viene effettuato una, due volte a settimana, sono costanti. Per risolvere il problema occorre l’intervento dell’uomo: bisogna tapparlo artificialmente. L’emissione di gas e fango infatti deriva da una perforazione, fatta dall’uomo, di un acquifero pressurizzato a una profondità di 30 – 35 metri. Una volta ‘levato il tappò l’acquifero non si esaurisce nel tempo perchè viene ricaricato costantemente da gas che proviene da una profondità di un migliaio di metri”. Il sindaco di Fiumicino Esterino Montino nel corso dell’ultimo sopralluogo in via Coccia di Morto dopo aver parlato con la vulcanologa, ha definito “molto probabile” l’ipotesi di un intervento per chiudere la fuoriuscita di gas ed ha convocato una riunione per la prossima settimana.