Dodici anni e una vita in rossoblù. Flavio Benvenuti, terzino destro. E Jacopo Discepoli, portiere. Due colonne dei 2001. Due esempi del Fiumicino che il presidentissimo, Simone Munaretto, sta costruendo con passione e orgoglio. Maglia cucita addosso. Fiumicino nel sangue. Quei colori che diventano una seconda pelle.  Flavio e Jacopo: i primi a correre, sgobbare, caricarsi la squadra nei momenti di difficoltà. Dodici anni ma idee chiare in testa: esordire in prima squadra e giocare nel Fiumicino. Sono arrivati che nemmeno andavano a scuola. Ora studiano sodo e giocano. Perché prima del campione arriva la persona. “È il mio ambiente ideale. Sono cresciuto qui. Ci sono tutti i miei amici. Tutte persone per me importanti. Il presidente Simone Munaretto, lo staff tecnico. Andarmene? Mai. È il mio mondo”. Flavio Benvenuti vuole eguagliare il record di suo fratello, prima squadra e rappresentativa. Jacopo è la sua spalla: “Lo faremo insieme – dice il portierino -. Siamo amici da una vita. Abbiamo sempre giocato insieme. Mica gli lascio giocarsi questa occasione da solo”. Parole sante. Ma ora davanti ci sono due obiettivi: il Torneo della Borghesiana e il Torneo Simone Costa. “Per far felice il presidente Munaretto – sorridono sornioni -. Li vinciamo tutti e due, glielo dobbiamo. Quest’anno è uno spettacolo. I nuovi campi, i nuovi spogliatoi. Lo stadio Garbaglia completamente ristrutturato. Il presidente ha fatto dei miracoli, ha investito tanto. E poi la squadra va bene. Si sono aggiunti dei ragazzi di valore. Possiamo fare la doppietta”. Il presidentissimo li osserva. Gli occhi sembrano che brillino più del solito: “Sono il mio orgoglio – confessa -. Mi piacerebbe vederli esordire in prima squadra. Siamo una famiglia. Il Fiumicino calcio è una grande famiglia, in cui tutti si conoscono, si parla, si discute, si cena assieme. Lavoriamo per creare prima gli uomini e poi gli sportivi. Quello che deve emergere sono i valori dello sport”. Come dargli torto.