Tra indecenza urbana e sogni marittimi, chi scrive avrebbe fatto parlare la Piazza. Perché il destino si decide con la partecipazione, non nei salotti. Fiumicino soffoca. Non di nebbia, non di tempesta, ma d’immondizia. La patria dell’aria e del mare è oggi insultata da cumuli indegni, da sacchi lacerati come la pazienza dei suoi cittadini, da cassonetti traboccanti come lo sdegno di chi paga e aspetta invano. È questa la civiltà che ci viene proposta? È questo l’orgoglio di una comunità marinara, figlia di Roma, nutrita dal Tevere e protesa verso il mondo?

Di fronte a questo non posso permettermi di tacere. Non per interesse personale, non per convenienza di parte, ma per quel sentimento profondo che si chiama onore pubblico. Ma proprio mentre il sudiciume invade i marciapiedi e le coscienze, si discute di un’opera colossale: il porto crocieristico, la porta sul progresso, il ponte tra il passato e il futuro. Ebbene sì, io sono favorevole. Perché un popolo dignitoso non deve vivere nel degrado e nei lamenti: vive di visioni, di costruzioni, di azioni. Il porto rappresenta lavoro, turismo e grandezza.

E tuttavia, fosse stato per me, avrei posto una domanda al cuore della cittadinanza. Non ai tecnici, non ai comitati d’affari, ma alla cittadinanza. Volete voi, cittadini, questa grande opera? Siete pronti a sollevarvi dal fango per costruire una cattedrale sul mare? Un referendum, sì. Non per ostacolare, ma per legittimare. Perché un’opera colossale deve avere un consenso colossale.

Chi teme la voce popolare non costruisce città: fabbrica castelli di cartone. Io, invece, avrei dato voce alle masse, fiaccole accese nella notte del disinteresse. Il degrado dei rifiuti e l’elevazione del porto sono due facce della stessa medaglia: o la città si solleva con dignità e ordine, oppure affonda nel suo stesso disinteresse. Ma sappiate che le grandi opere si fanno con il sudore, ma anche con l’applauso della folla.

Fiumicino merita il porto. Ma prima di ogni banchina, venga il rispetto. Prima di ogni crociera, venga la pulizia. Prima di ogni decisione, venga il popolo.

Gianmarco Irienti, Il Segretario di Azione Fiumicino