Due bottiglie di gasolio sul tetto di paglia e legno. E’ la firma del tentativo di incendio doloso al Singita di Fregene, uno dei chioschi più famosi di tutto il litorale romano. È successo sabato sera intorno alle 19.30 e il rogo non c’è stato solo per un caso,  proprio in quel momento passava sulla spiaggia del Villaggio dei Pescatori Kamal, un ragazzo indiano dipendente del Singita. È  stato lui a lanciare l’allarme, a chiamare Luca e Cristian, altri due giovani dello staff del chiosco. Insieme sono riusciti a spegnere le fiamme con un tubo di irrigazione da giardino salendo sul tetto e soffocando sul nascere l’incendio.

Sono stati gli uomini della Capitaneria di Porto, l’Ufficio Locale Marittimo di Fregene, a trovare le bottiglie con i resti del gasolio tra le travi annerite. L’indagine è ora nelle mani dei carabinieri che stanno cercando di capire cosa ci sia dietro, perché tre casi in due settimane non sono certo una coincidenza. Tutto è iniziato l’8 dicembre scorso quando alle 9.00 del mattino uno strano odore di bruciato ha iniziato a diffondersi in tutto il Villaggio dei Pescatori. Erano le fiamme che avvolgevano un bar esterno dell’Ondanomala, altro celebre chiosco di Fregene. Le fiamme sono divampate all’improvviso, nonostante in quel momento piovesse forte e solo l’intervento dei dipendenti ha impedito all’incendio di propagarsi alla struttura centrale distruggendola completamente. Il rapporto dei Vigili del Fuoco non è ancora arrivato, ma il baretto era vuoto e l’ipotesi di un corto circuito è apparsa subito inverosimile, all’interno c’era solo un frigorifero con la spina staccata dalla presa della corrente. <<Uno strano incendio – commentava la titolare dell’Ondanomala, Catia Belmonte – nulla quadra, se non fossero passati gli operai sarebbe finita male. Aspetto il rapporto dei Vigili prima di fare ipotesi>>.

Ipotesi che ora si possono fare perché tra Ondanomale e Singita c’è un terzo episodio molto sospetto, l’incendio doloso a un altro chiosco tra i più noti di Passoscuro, il NautinClub. Qui le fiamme hanno avvolto la torretta simbolo della struttura, quella dove vengono celebrati i matrimoni e le cerimonie più importanti.

Tre incendi in due settimane e ora al caso non crede più nessuno, in atto c’è un piano, una strategia, anche se tutti i gestori sementiscono nel modo più assoluto di aver ricevuto minacce o richieste di denaro. “Nulla del genere – spiega Claudia Serafini, una dei titolari del Singita – in tanti anni di gestione non abbiamo mai ricevuto minacce di questo tipo, lo escludo nel modo più assoluto”.

I carabinieri seguono tutte le piste e stanno cercando di capire da dove arrivano gli attacchi che sembrano tutti poco organizzati, opera più di dilettanti che di professionisti del crimine. Emblematico l’ultimo caso del Singita, il liquido incendiario nelle due bottiglie era gasolio, molto meno efficace della benzina.

All’Ondanomala l’incendio è scoppiato alle 9.00 del mattino, un orario insolito per un atto doloso organizzato.

Sembra più l’azione di qualche mitomane o di un gruppo che vuole distruggere i simboli delle serate estive trascorse al tramonto in riva al mare. Di certo per i proprietari dei chioschi del litorale non sarà proprio un Natale tranquillo.

Le due bottiglie di gasolio trovate sul tetto