È stato aperto ieri mattina il cantiere per la realizzazione del geotubo sulla spiaggia di Fregene Sud. La Regione Lazio ha affidato alla società Degli Stefani Costruzioni Srl di Latina «l’intervento emergenziale di protezione costiera». Per abbreviare i tempi si è proceduto con una manifestazione di interesse che ha permesso di evitare il bando ma sarà comunque una corsa contro il tempo visto che la stagione balneare è iniziata. Se camion e ruspe sono già nell’area di cantiere, ospitata dallo stabilimento La Perla, ora devono arrivare le autorizzazioni della Capitaneria di Porto per i lavori a mare e dell’Ufficio del Demanio per quelli a riva. Dopo la cantierizzazione la ditta dovrà per prima cosa individuare la linea batimetrica dove installare il geotubo in mare e poi procedere con il magnetometro per verificare che non ci siano ordigni bellici. Il geotubo ha lo scopo di proteggere la spiaggia dal moto ondoso, si tratta di un cilindro in polipropilene dal diametro di 3 metri riempito di sabbia e acqua che verrà installato in mare a circa 30 metri dalla riva dopo aver scavato una trincea in cui verrà in parte interrato. Tra il cilindro e il pelo dell’acqua ci saranno 80 cm necessari a rompere l’onda per ridurne l’energia. La barriera sommersa scorrerà parallela alla riva per 770 metri, a partire dal pennello della foce del canale Acque Alte e fino allo stabilimento La Vela.

«Contestualmente alla realizzazione del geotubo in mare – spiega il direttore dei lavori Dario Tufoni – si farà il ripascimento per proteggere la spiaggia da eventuali mareggiate. I lavori dureranno 40 giorni, la sabbia per la riva, 25/30mila mc, dovrebbe essere presa a Fregene Nord. Quella per riempire il geotubo dallo scavo della trincea in acqua. L’idea è quella di lavorare di notte per prelevare la sabbia e di giorno per posare il geotubo, ma attendiamo le indicazioni di Capitaneria e Demanio Marittimo».

«Sarà una corsa a ostacoli contro il tempo, il meteo e la balneazione – dichiara il Comitato Salviamo la Spiaggia di Fregene – il geotubo è solo un palliativo, quello che attendiamo da 10 anni dalla Regione è un vero progetto di difesa della costa».