Ben 11,7 milioni di italiani non si sono mai iscritti alla scuola secondaria superiore, quasi 4 milioni si sono fermati nel loro percorso di istruzione senza conseguire un diploma di scuola secondaria di secondo grado.

Sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto Plus 2022 e che contiene i risultati di un’indagine effettuata su un campione di 45mila persone con un’età compresa tra I 18 e i 74 anni. Il Rapporto evidenzia inoltre che sono più gli uomini (62%) che le donne (38%) a lasciare prima gli studi. A riguardo I dati ufficiali degli ultimi anni sono agghiaccianti. Un milione e 382mila sono I minori che vivono in povertà assoluta, con la dispersione scolastica che è al 12,7% e giovani dai 15 ai 29 anni senza scuola e formazione. Arrivano a quota 23,1% quelli che non hanno un lavoro: più che in ogni altro paese europeo.

Nel Lazio la dispersione scolastica tocca il 9,2% e la fascia maggiormente interessata è quella dai 15 ai 29 anni. Il 21,6 per cento è senza lavoro né un percorso scolastico, in ogni caso inferiore alla media nazionale.  A pesare ci sono soprattutto i divari strutturali della scuola pubblica su spazi e servizi.

“Sono dati molto preoccupanti – dice Alessandra D’Alano del Centro ‘Studi in Corso’ che ha sede all’Infernetto – che dovrebbero farci riflettere sulle reali condizioni del mondo scolastico e della popolazione minorile. Noi, lavorando soprattutto con i ragazzi, abbiamo la chiara percezione di una povertà educativa che con la pandemia e la crisi economica sta contribuendo ad ampliare il divario tra le nuove generazioni. Un problema gravissimo che produrrà probabilmente effetti negativi soprattutto negli anni futuri. In particolare, le situazioni più delicate nel Decimo Municipio, dove si trova il nostro Centro, sono nella zona di Ostia ponente e dell’Idroscalo ma anche in alcuni quadranti di Acilia. Molto possono fare le istituzioni, Comune e Municipio, sia intercettando in tempo le situazioni di disagio ma anche creando progetti. A riguardo sarebbe importante sfruttare al meglio i fondi del Pnrr quindi farli arrivare sui territori con programmi e progetti specifici”.