“Sinceramente non so se gioire o meno per l’inatteso stop del porta a porta a Fiumicino. Che fosse giusto vederci chiaro e magari apportare dei correttivi al piano di raccolta differenziata che non fossero solo benefici per il gestore della raccolta, va bene. Ma attenzione: siamo ancora in ritardo sulla tabelle di marcia”. È quanto dice leader della lista civica Noi Insieme, Luigi Satta. “Per raggiungere le percentuali fissate dalla comunità europea nei tempi prestabiliti, siamo indietro anni luce – sottolinea Satta – E il sistema di raccolta così com’è non va. L’Europa impegna i comuni a organizzare la differenziazione dei rifiuti ma nessuno ci dice che i cittadini debbano fare il lavoro che spetterebbe all’Ati, che si è aggiudicata l’appalto. E infatti i problemi sono evidenti. Sul nostro territorio ci sono anziani costretti a destreggiarsi con i mastelli. Persone non residenti, di nazionalità, culture e lingue diverse dalla nostra che non si raccapezzano con questo modo di differenziare i rifiuti. A qualcuno deve essere sfuggito questo particolare. C’è poi il problema delle metrature abitative. Molte famiglie, anche numerose, vivono in case piccole, e trovare uno spazio per i mastelli diventa un’impresa. Che i rifiuti debbano trasformarsi in una ricchezza l’hanno capito ovunque, meno che qui. Ci vorrebbe poco a ribaltare il punto di vista. Non più cittadini costretti a pagare conti salatissimi perché producono rifiuti, ma cittadini che guadagnano dal loro “tesoro”, i rifiuti. La nostra classe politica è sempre stata sorda a questa prospettiva, preferendo accontentare qualche amico che intelligentemente ne ha fatto la propria fortuna. Siamo ancora in tempo per cambiare rotta? Secondo me sì. E un sistema di smaltimento che rispetta l’ambiente e fa guadagnare tutti c’è. Si chiama Arrow Bio: un sistema semplice, per nulla impattante dal punto di vista ambientale, che è da supporto ai rifiuti differenziati per renderli migliori come qualità. L’impianto è strutturato con dei capannoni di lavorazione che occupano al massimo 3 ettari di superficie e questo modulo può servire una città di 250.000 abitanti e trattare circa 300 tonnellate al giorno. Sono ormai 6 anni che insisto e continuerò ad insistere, cercando di sensibilizzare associazioni e comitati interessati al problema e proponendo una visita a Tel Aviv per conoscere bene il sistema che sono convinto risolverà definitivamente i problemi che abbiamo, senza perdere ancora altro tempo. La Germania nel 2004 era al 56 per cento a livello nazionale, in Italia oggi siamo al 22,5 per cento. E di certo con l’attuale metodo di raccolta non raggiungeremo mai il tetto imposto dall’Europa. Bisogna cambiare marcia e strategia. Su questo, credo, siamo tutti d’accordo”.