Prendo atto, con stupore e preoccupazione, che l’Amministrazione comunale di Fiumicino ha annunciato l’apertura di una casa rifugio per donne vittime di violenza rendendone al contempo identificabile l’ubicazione. Una casa rifugio è sicura solo se la sua localizzazione resta riservata. Così, invece, si espongono le ospiti a rischi concreti e si svuota la funzione stessa della struttura.
La Convenzione di Istanbul all’articolo 23 impone l’istituzione di case rifugio sicure e accessibili. La nozione di “sicurezza” esige misure tali da impedire l’individuazione del luogo da parte di potenziali autori di violenza, in coerenza con le prassi operative internazionali. I Requisiti nazionali (Intesa Conferenza Stato-Regioni 27/11/2014 e aggiornamento 14/09/2022) prevedono l’indirizzo segreto delle case rifugio, protocolli stringenti di riservatezza, gestione protetta degli accessi e tutela dell’anonimato delle ospiti.
Per questo motivo presenterò un’interrogazione al Presidente della Regione Lazio per verificare la correttezza dell’iter amministrativo che ha portato a riprogrammare un accordo preso anche con l’Asl Roma 3 nel quale si diceva che in quella struttura doveva essere ospitato un hospice, mentre ora si annuncia una casa rifugio.
Le donne e i loro figli hanno diritto a un rifugio davvero sicuro e questa Amministrazione ha dimostrato ancora una volta incompetenza e leggerezza. E in questi casi un errore del genere può essere fatale.
Lo dichiara la consigliera regionale del Pd Lazio e segretaria del Pd di Fiumicino, Michela Califano
