C’è un passato travagliato nella vita dì Romano Bedini, il 78enne dì Fiumicino morto nella sua abitazione al Passo della Sentinella, alla foce del Tevere. L’uomo, trovato cadavere con una ferita sospetta alla nuca nel suo appartamento messo a soqquadro, aveva una sfilza di precedenti penali per furti e rapine e legami «pericolosi» con gli ex della Banda della Magliana. Il suo fascicolo è al vaglio della polizia di Fiumicino che sta scandagliando ogni dettaglio; soprattutto per quelle «amicizie importanti» nella vecchia mala romana, quella delle “paranze”. Pur essendo fuori dal giro da diversi anni, gli inquirenti non escludono nulla.
In attesa dell’esame autoptico, si scava nel passato del 78enne ma si indaga anche sulle persone a lui vicine. Gli agenti stanno passando al setaccio i tabulati telefonici e le frequentazioni di Bedini. Tra le ipotesi più accreditate c’è quella della rapina finita make: l’ex muratore aveva ritirato la pensione solo da pochi giorni. Qualcuno del quartiere forse lo sapeva e ha provato a derubarlo.
Ma il giallo di Fiumicino si arricchisce di elementi  fitti di mistero: tra questi c’è quello del cellulare. Romano aveva un telefonino che però non sarebbe stato trovato dagli investigatori. Che fine ha fatto? Chi lo ha preso? E poi c’è da spiegare il furto dell’auto. L’Opel Corsa di Bedini è stata rubata e poi ritrovata a pochi isolati da dove abitava, forse chi l’ha presa non doveva percorrere molta strada. La scientifica ieri è ritornata a Fiumara per effettuare nuovi rilievi, mentre la polizia ha riascoltato le testimonianze dei vicini che saranno incrociate con le precedenti deposizioni.  L’autopsia, prevista per oggi, chiarirà il tassello fondamentale: se qualcuno ha colpito alla nuca Bedini o se quella ferita alla testa sia frutto di una caduta accidentale.

(di Mirko Polisano – Il Messaggero)