“Si è celebrata ieri la 4° Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, argomento molto attuale su cui serve uno sforzo maggiore”. Lo ha dichiarato la consigliera comunale Erica Antonelli, che proprio sull’argomento aveva partecipato ad un seminario organizzato dall’ANCI illustrante la nuova norma 166/2016, conosciuta come ‘Legge Gadda’. “A vedere i dati c’è da spaventarsi. Qualche giorno fa – ha detto la consigliera – l’Osservatorio nazionale Waste Watcher, di Last Minute Market/Swg, ha reso note le cifre dello speco alimentare: 145 chili di cibo ogni anno a famiglia finisce nella spazzatura, per un costo di 360 euro. Ma lo spreco alimentare annuo complessivo raggiunge un valore che supera i 15 miliardi di euro”. “Fortunatamente – aggiunge la consigliera – la ‘Legge Gadda’ mette ordine nel quadro normativo che regola le donazioni degli alimenti invenduti, introducendo misure di semplificazione e stabilendo come priorità il recupero di cibo da donare alle persone più bisognose, fondamentale in un momento in cui la crisi economico/occupazionale determina un forte aumento delle domande di aiuto presso i Servizi Sociali. Di concerto con l’assessore Calicchio – afferma la consigliera – e in collaborazione con gli assessorati alle attività produttive e all’ambiente, nel solco della Legge Gadda cercheremo di promuovere azioni per il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari, partendo proprio da un incontro con le organizzazioni, le onlus e le associazioni aventi finalità di solidarietà sociale e che già svolgono, sul territorio, un’importante funzione sociale di sostegno alle famiglie più bisognose. Siamo certi che in questo percorso troveremo anche la collaborazione delle grandi catene di distribuzione e delle attività produttive locali”. Lo spreco alimentare è una questione morale, civile ed economica, trasversale a diversi ambiti: dal sociale alle attività produttive e, non da ultimo, l’ambiente. Alla lotta contro lo spreco alimentare corrisponde infatti la lotta alla produzione di rifiuti. “Le iniziative che razionalizzano e redistribuiscono le eccedenze alimentare hanno certamente finalità sociale – conclude la consigliera Antonelli – ma aiutano anche a ridurre i rifiuti. Simili interventi rientrando infatti negli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) e nelle azioni previste dal Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti (PNPR)”.