Da una sponda all’altra del Mediterraneo, da Fiumicino a Gaza, il nostro mare è il loro mare. Il loro mare è anche il nostro.

Centinaia di cittadini, famigliole e bambini si sono ritrovati domenica mattina 15 giugno sulla spiaggia libera di Passoscuro dando vita a un flash mob per esprimere simbolicamente e pacificamente il proprio orrore di fronte a quanto sta accadendo ormai da oltre venti mesi a Gaza.
Orrore, sdegno, denuncia ma anche presa di parola: per dire basta, fermatevi, chiediamo l’immediato cessato il fuoco, la fine dell’assedio e dello sterminio per fame, il ripristino dell’ordine basato sul diritto internazionale, e che si fermino i venti di guerra che soffiano prepotenti sull’intera regione.
“Chiediamo il blocco all’invio di armi, il richiamo degli ambasciatori, sanzioni e boicottaggi, chiediamo che il Governo assuma tutte le iniziative del caso volte a fermare, isolare, condannare e contrastare la politica del governo israeliano nei confronti dei palestinesi e del loro diritto a vivere su quella terra”, si legge nella nota degli organizzatori.

Il mare negli occhi e, alle spalle, la Torre dell’eccidio di Salvo D’Acquisto: luogo sacro e memoria sul nostro territorio della ferocia e della crudeltà di cui gli uomini e gli eserciti si macchiano, ma anche del coraggio e dell’eroismo di chi sa agire nella giustizia, non resta silenzioso, non subisce senza opporsi.
Il mare negli occhi, la Torre dell’eccidio alle spalle, e, a pochi metri, l’ospedale dei bambini, che nell’accogliere le vittime, anche palestinesi, ci ricorda che in questo atroce conflitto sono tanti i piccoli a morire, a essere feriti, mutilati, colpiti loro per colpire il futuro del popolo palestinese.
Stesi i sudari a terra, la voce di Palestina è risuonata nelle tante voci dei poeti che ne hanno cantato le tragedie e le speranze, riprese dai presenti che hanno letto ad alta voce i versi tratti da un patrimonio letterario unico e prezioso di umanità e resistenza: la mia voce, la vostra voce come ha cantato il giovane Haidar al-Ghazali, ispirando il titolo del flash mob oltre che della raccolta Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza.
Il medico palestinese Yousef Salman, presidente della comunità palestinese del Lazio, ha portato la sua testimonianza, raccontando del suo popolo, delle grandi sofferenze e del coraggio che ne sostiene la resistenza e, in un collegamento fortunoso con Gerico, si è potuta ascoltare la voce di Carla Bellelli, studiosa dell’arte che da anni vive in Medio Oriente informando sulle condizioni attuali e passate.