“Siamo di fronte all’ennesima polemica costruita ad arte dalla sinistra, che tenta ancora una volta di creare un caso morale attorno a una frase dell’Assessore D’Intino riportata sui social per commentare fatti di cronaca di estrema gravità che  riguardano la sinistra”. È quanto dichiara Massimiliano Catini, Capogruppo Lista Civica Baccini.

“L’opposizione – dice Catini – e i suoi ormai noti fans, hanno preferito accantonarli e concentrare l’attenzione su una frase dell’Assessore, nel tentativo evidente di oscurare le pesanti implicazioni politiche che coinvolgono il Pd.

Un atteggiamento ormai ricorrente di questa minoranza, che mira a mettere alla gogna la maggioranza per qualsiasi pretesto, spesso frutto di ricostruzioni fantasiose, per defilarsi dalle proprie responsabilità.  Se la stessa energia impiegata dall’opposizione per attaccare l’Amministrazione fosse dedicata al bene della città, forse avremmo un contributo più serio e concreto al dibattito pubblico.

Le accuse gravi, le calunnie e le indignazioni a comando sono diventate, purtroppo, la norma da parte di chi oggi siede all’opposizione. Ed è per questo che il richiamo a un comportamento più consono dovrebbe valere per tutti, senza eccezioni né comode amnesie.

È doveroso ricordare, senza offendere l’intelligenza di nessuno, che non possono esistere doppi standard morali. Proprio l’opposizione che oggi si erge a custode dell’etica istituzionale, ha infatti utilizzato espressioni offensive e poco ortodosse nei confronti della maggioranza, come ‘pezzente’ o ‘capra’. Senza contare precedenti ancora più gravi: da figure apicali della passata amministrazione arrivarono perfino insulti come ‘siete dei ratti’, e si è dovuto assistere a vere e proprie risse durante i quali è stato necessario l’intervento delle Forze dell’Ordine in aula, come documentato dagli organi di stampa.

Oggi quella stessa parte politica prova a riscrivere la realtà, tentando di apparire come vittima. Il vostro gioco è ormai evidente e non incanta più nemmeno i cittadini, esausti della vostra monotonia intellettuale. Rinnovo pertanto l’invito a riportare il dialogo entro i canoni di correttezza e rispetto che dovrebbero caratterizzare ogni ruolo istituzionale”.