Le punture degli imenotteri, fenomeno particolarmente presente in estate, possono causare reazioni gravi che possono richiedere, nei peggiori dei casi il ricovero in ospedale. Un recente studio evidenzia infatti che almeno il 13% dei casi registrati ha richiesto il ricovero ospedaliero e il 1,5% la rianimazione o la terapia intensiva. I sintomi più gravi sono orticaria, edema della gola e ipotensione arteriosa improvvisa.

Si sono verificati più frequentemente nelle persone di età superiore ai 60 anni e sono dovuti principalmente a reazioni allergiche. Sebbene rappresentino solo il 25% delle punture, i calabroni sono stati responsabili del 38% dei casi gravi. Le vespe e i calabroni, specialmente quello dalle zampe gialle detto asiatico, non perdono il pungiglione quando pungono per cui possono pungere nuovamente e re iniettare il veleno. Questo provoca una reazione tossica la cui intensità aumenta con il numero di punture ma può anche scatenare una forte reazione allergica, a soggetti precedentemente sensibilizzati, con una sola puntura.

Il miglior mezzo di prevenzione è la distruzione dei nidi degli imenotteri eseguito da personale specializzato. In attesa dell’intervento è necessario evitare di avvicinarsi al nido a meno di 5 metri e avvisare i familiari e i vicini. Le trappole casalinghe come bottiglie di plastica contenenti zucchero sono del tutto inutili, se non addirittura dannose, poiché uccidono altri insetti, indispensabili per la biodiversità.

Le punture di api, vespe e calabroni causano dolore, gonfiore, arrossamento e prurito. In caso di puntura di un’ape, se il pungiglione è rimasto nella pelle va rimosso raschiando la pelle con un’unghia, una tessera di plastica o un oggetto dal bordo sottile, evitando di usare pinzette o di schiacciare il pungiglione con le dita. In questo modo non si comprime la sacca di veleno attaccata al pungiglione limitando così la quantità di veleno iniettato. Successivamente va disinfettata la ferita applicando anche ghiaccio evitando di grattarsi per non produrre infezioni.

In assenza di reazioni importanti sarà sufficiente l’applicazione di pomate antistaminiche o di idrocortisone ricordando però che una prima puntura può determinare una sensibilizzazione e che successive punture potrebbero creare reazioni più macroscopiche.

A cura di Farmacie Comunali