Una cinquantina di lavoratori di Alitalia Maintenance System (Ams) ha protestato ieri all’aeroporto di Fiumicino con un presidio davanti alla palazzina Alpha dove Montezemolo e Hogan stavano tenendo la conferenza stampa. Con striscioni e cartelli, “Alitalia araba e ieri fenice: oggi chiude la sua ruota motrice”, “Ams istituzioni dove siete? Manteneteci il futuro”. I lavoratori hanno cercato di richiamare l’attenzione sulla vicenda che vede fallita l’azienda. “Vogliamo ribadire che il lavoro deve rimanere in Italia – ha detto Fabio Ceccalupo, dell’Ugl trasporto aereo –  I motori da riparare Alitalia li ha e noi garantiamo assoluta professionalità e sicurezza. Non vogliamo si corra il rischio che i motori della flotta vadano all’estero come ad esempio alla Bedek a Tel Aviv”. Montezemolo parlando con i lavoratori di Ams ha ricordato che “l’anno scorso Alitalia era un’azienda in fallimento e perde ancora un sacco di soldi”. “Alitalia oggi perde 700 mila euro al giorno, la situazione è delicata – ha continuato Montezemolo – e si è perfino dimesso l’amministratore delegato, ma quello che promettiamo lo rispettiamo. Se diventeremo più grande sarebbe una bella cosa per tutti, oggi di più non posso fare”. Il presidente di Alitalia ha quindi ricordato che Ams “non è un’azienda Alitalia, ha solo una partecipazione e non so neanche perché abbia ancora il nome della compagnia. Diamo alla vostra azienda un tot di lavoro all’anno”.