Come succede ormai da sei anni, a Fiumicino si è svolto il Consiglio comunale sulla violenza di genere. Al quale hanno partecipato anche la dirigente della Polizia di Stato Lucia Franchini, la dottoressa Carmen Carbonaro che opera nel centro anti violenza di Maccarese, e la consigliera regionale Michela Califano. “Non chiamiamolo consiglio straordinario – ha esordito la presidente del Consiglio Alessandra Vona -. Perché questo è un tema che deve essere all’ordine del giorno tutto l’anno. Lo abbiamo voluto insieme a tutte le consigliere elette in questa consiliatura, senza distinzione di colore politico”. Però, solo sei donne, hanno sottolineato in molti, su 25 componenti del Consiglio comunale.

Prevenire prima che sia tardi
Lucia Franchni ha sottolineato come le forze dell’ordine intervengano “in repressione, che è una brutta parola, ma è così. Invece io credo molto nella prevenzione perché in tanti anni di lavoro ho visto molte storie di violenza sulle donne, ma anche sui bambini. Questo è un fenomeno antico, ma finalmente se ne parla e questo è importantissimo. Bisogna continuare a parlarne – ha concluso -. Soprattutto in famiglia. E non sono con le bambine, anche con i maschietti”.

Sono 32 le donne assistite dal centro antiviolenza
“In questi pochi mesi di attività – ha spiegato la dott.ssa Carbonaro – abbiamo assistito 32 donne. Abbiamo incontrato molte donne che si erano rese conto di avere bisogno di aiuto, ma non lo avevano trovato. Ora sanno di non essere sole. Perché deve essere chiaro che la violenza di genere non conosce classe sociale né altre distinzioni: è trasversale. Ringrazio il sindaco che è sempre molto presente nel percorso di assistenza alle donne”, ha concluso.

Il Comune parte civile nelle cause
Da ex presidente del Consiglio, Michela Califano ha ricordato che questo è il sesto anno che il Consiglio celebra la giornata contro la violenza sulle donne. “Ma non si è limitato a questo – ha ricordato – abbiamo anche approvato atti importanti, come l’adozione della Convenzione di Istanbul e la decisione di costituirci parte civile nei casi di femminicidio che si verificano sul territorio del Comune. Questo è un Comune modello anche in questo – ha concluso – che troverà sempre la collaborazione della Regione com’è stato per il bando che ha permesso l’apertura del centro anti violenza”.

Morire dentro prima della fine
“Una donna non muore solo quando viene uccisa – ha sottolineato l’assessore alle Pari Opportunità Anna Maria Anselmi -. Una donna muore dentro ogni volta che viene stuprata, ogni volta che subisce violenza psicologica, ogni volta che è vittima di violenza economica. Il lavoro, l’indipendenza economica, sono fondamentali per permettere ad una donna di salvarsi e di non soccombere davanti alla violenza”.

Nuova coscienza, partire dalle scuole
Nel suo intervento conclusivo, il sindaco Montino ha ricordato l’importanza di partire dall’educazione e dalle scuole “senza i tabù che avevamo noi e che loro non hanno più. I ragazzi e le ragazze hanno voglia di sapere e di conoscere e noi dobbiamo partire da loro. Anche nel contrasto al bullismo e contro ogni tipo di violenza verso le persone considerate più deboli.

Quel posto occupato per chi non c’è più
Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la mozione presentata dalle consigliere che impegna il sindaco e l’amministrazione ad aderire alla campagna “un posto occupato”. Simbolicamente, si lascia un posto in ogni ufficio pubblico o aperto al pubblico in memoria di una donna che avrebbe potuto occuparlo ma non lo fa perché è stata uccisa. Già nell’aula consiliare, si è scelto il posto, ma ne sarà scelto uno anche nelle biblioteche e negli altri uffici.

La carta dei diritti della bambina
Consenso unanime anche sulla mozione della consigliera Bonanni per l’adozione della Carta dei diritti della bambina. La Carta è stata redatta dalla Fidapa ispirandosi alla Carta dei diritti del fanciullo, ma dedicata a tutte le specificità che riguardano le bambine, come il diritto ad essere informate sull’educazione sessuale e riproduttiva, oltre che sulla medicina di genere.