“Una aggressione per una storia finita male e un post su Instagram falsamente contestato. Ma nessuna analogia con i fatti accaduti a Colleferro”. Tuona così Catello Somma, primo dirigente del Commissariato di Fiumicino alla luce dell’aggressione della settimana scorsa in via del Faro,  da parte di una locale baby gang di adolescenti fra i 16 e i 20 anni, ai danni di un giovane di 19 anni.     

Sono cinque quelli individuati dalla Polizia di Fiumicino, quattro ragazzini e una ragazza segnalati al Tribunale dei Minorenni e uno al Tribunale ordinario di Civitavecchia. Per loro “concorso in lesioni e violenza privata” ai danni del diciannovenne.

Stando alle indagini quest’ultimo è stato attirato, insieme alla nuova fidanzatina, nel parco pubblico di Villa Guglielmi da una “finta amica”. La scusa era discutere di un post pubblicato su Instagram. Poco dopo si è verificata quella che è sembrata invece una vera e propria spedizione della banda. La povera vittima si è vista accerchiata da quattro ragazzini (chiamati dalla stessa “finta amica” che, poco prima, gli aveva dato appuntamento a Villa Guglielmi).

A scatenare l’aggressione sarebbe stata la gelosia dell’ex fidanzato che non accettava la nuova relazione iniziata tra la vittima e la sua ex ragazza. Con il cuore ferito e gli occhi accecati di rabbia, avrebbe prima minacciato il rivale con messaggi vari fino all’aggressione con i suoi amici, tutti minorenni. Prima qualche parola di troppo, poi calci e pugni mentre la vittima cadeva a terra. Provvidenziale l’intervento di alcuni runners che lo hanno sostenuto e portato via  insieme alla sua fidanzatina e ad un amico. Il giovane è stato medicato al pronto soccorso; sette i giorni di prognosi per un trauma cranico non commotivo e un trauma contusivo all’emitorace.       

“I fatti sono stati raccontati sui media in maniera distorta e questo nuoce al territorio stesso – sottolinea ancora Catello Somma. La storia, seppur grave – prosegue sempre il primo dirigente del commissariato di Fiumicino –  è stata ridimensionata dalle indagini che hanno evidenziato quanto l’accaduto non rappresenti affatto  l’indicazione di un vero problema di sicurezza generalizzato sul territorio, ma piuttosto un problema di disagio e di educazione che vanno affrontati non solo con  l’applicazione del codice penale ma soprattutto con l’intervento massiccio delle famiglie”.

Dalle indagini è emerso infatti che l’episodio, seppur vile e contestabile, va inquadrato nell’ambito degli screzi nati tra comitive di giovani che si riuniscono negli abituali luoghi ritrovo della cittadina del litorale. Il gruppo di cui fanno parte i denunciati, che potrebbe essere coinvolto in altri fatti analoghi che sono al vaglio degli investigatori, si caratterizza per atteggiamenti spavaldi e di prevaricazione verso i coetanei.

Francesca Procopio