Il ciclo 2019 di conversazioni di archeologia pubblica e legalità, ospitate dal Parco archeologico di Ostia Antica, sarà aperto dal direttore Mariarosaria Barbera insieme a Giorgio Manzi, celebre paleoantropologo e docente ordinario presso la Sapienza Università di Roma.

Il primo appuntamento è per oggi,  giovedì 24 gennaio, alle 16.30 in via dei Romagnoli 717 a Ostia.  Si parlerà delle origini e della storia dell’Homo sapiens: Made in Africa, il lungo cammino dell’evoluzione umana.

“Il Mediterraneo unisce l’Asia e l’Europa con l’Africa − ragiona l’archeologa Mariarosaria Barbera − e lo stesso mito di Europa nasce in epoca remotissima e trova forme scritte ai tempi di Omero ed Esiodo, quasi tremila anni fa. Zeus rapisce Europa, la giovane figlia del re dei Fenici, e la trasporta a Creta dalle coste del Libano. Inutilmente la cerca il fratello Cadmo, che infine desiste e fonda Tebe, in Grecia. È una metafora che racconta la storia ancestrale del movimento dei popoli da Oriente a Occidente. Secondo Jacques Le Goff l’Europa è propriamente una parte dell’Asia, divenuta autonoma per volontà degli dèi. Su quei gommoni e poi sulla tolda delle motovedette  ne abbiamo viste a migliaia nel ruolo di Europa, fanciulle costrette ad attraversare il mare.

L’Africa è stata la culla dell’Homo Sapiens. E centomila anni dopo, la storia romana ci mostra ancora africani, insieme a mediorientali e balcanici, assumere le più alte magistrature dell’Impero mentre diventano sovrani individui nati nei luoghi dai quali ogni giorno partono masse di migranti. Una forma di integrazione oggi impensabile. Con Giorgio Manzi, eccellente studioso e straordinario divulgatore, cercheremo di ripercorrere l’evoluzione dell’uomo, nella speranza di comprendere come siamo riusciti a trasformarci in quel che siamo”.

Il professore Giorgio Manzi promette un interessante pomeriggio di antropologia, una galleria di circostanze che raccontano le nostre origini. Per Manzi “non c’è scienza che evolva più rapidamente. Ossa e denti fossili, impronte di ominidi bipedi, manufatti del Paleolitico, DNA antico: una quantità di indizi, sempre più precisi e raffinati, attraverso i quali proviamo a ricostruire la nostra storia nel tempo profondo. E’ come restaurare un libro strappato, dalle cui pagine emerge più volte un nome: Africa”.

La partecipazione alla conferenza è gratuita. Occorre prenotare via e-mail a pa-oant.comunicazione@beniculturali.it