Presso la sede della Casa della Cultura – Biblioteca Pallotta (viale della Pineta, 140), per tutto il mese di agosto sarà possibile visitare la mostra d’arte contemporanea “Note a margine” a cura di Sandro Polo e Silvia Calvarese, promossa dall’associazione culturale Gaf, Glocal Art Factory.

L’esposizione presenta le opere di otto artisti che, con le loro installazioni site specific, occupano il giardino della bella villa, dialogando con lo spazio esterno della Biblioteca ma, soprattutto, con il suo contenuto. Le opere, installate tra lecci, pini e oleandri, giocano con il segno grafico, con le parole, con la potenza del racconto e della narrazione, con la memoria, in un rimando continuo tra significante e significato, tra forma ed espressione. Vivaci note plastiche a margine di una grande raccolta a pochi passi dal mare.

Apre l’esposizione “Nasadiya Sukta”, un’installazione percorribile di Giulia Ripandelli costituita da decine di fettucce bianche di tessuto sulle quali sono scritti frammenti dell’Inno alla Creazione vedico dedicato alla cosmologia e all’origine dell’universo.

In prossimità dell’ingresso alla Biblioteca si trova “Erebus”, la grande imbarcazione che Dario Bellini ha assemblato utilizzando lamiere arrugginite, catene e vecchi pezzi di ferro recuperati sul litorale di Fiumicino, con l’idea di realizzare un suggestivo vascello fantasma ispirata al ritrovamento dell’Erebus appunto, la famosa nave rimasta intrappolata con l’equipaggio tra i ghiacciai del Polo Nord.

Alle spalle dell’imbarcazione, Elisabetta Sonnino ha fissato un lungo nastro di carta disposto orizzontalmente trascrivendo un suo racconto breve seguendo un andamento calligrafico in grado di sensibilizzare otticamente la superficie attraverso il ritmo conferito ai segni e alle pause, ai pieni e ai vuoti. Le sue due opere esposte, “Entrate” e “Quaderno” mostrano l’attenta scelta di supporti da parte dell’artista, in questo caso un vecchio rotolo di carta da parati e una serranda verniciata di verde, stinto dal tempo.

“Rebus”, una grande installazione circolare di Publia Cruciani il cui aspetto soffice è creato dalla sovrapposizione di reti da pesca raccolte sulle spiagge di Ponza; le grandi matasse, accostate in modo da generare sottili gorghi cromatici, intrappolano lettere naufraghe di un alfabeto elementare.

Anche Alfonso Isonzo ha optato per una forma circolare a terra: un cerchio composto da lettere di metallo incastrate l’una nell’altra che provengono da scarti industriali di lavorazioni laser e compongono il titolo dell’opera: “AAA Memoria Cercasi”.

“Mare Piatto” è il titolo di una delle due opere in mostra di Enrico Borghini. Su un leggero rialzamento del terreno, scivola lo scafo di un pattino, un misterioso natante trasporta monumentali legni consunti e sbiaditi, frammenti di ceramica, impronte di calchi di statue classiche, ecc. La seconda installazione di Enrico Borghini, dal titolo “Barricata”, consiste in un gruppo di taniche di plastica colorate ordinatamente disposte. I contenitori, trovati dall’artista abbandonati nei campi di Maccarese, contengono delle lampadine accese che esaltano i cromatismi materici dovuti all’usura e all’azione del tempo.

Paolo Bielli, nell’installazione “Fetonte Ring” dispone una serie di sagome chiare e scure lungo una parete bianca, quasi un fregio, uno dei più antichi modi di raccontare le gesta degli eroi, degli uomini e degli dei.

“Dritto e Rovescio” si intitola il lavoro di Geremia Russo: una grande corteccia collocata su un piccolo tavolo che sporge alle estremità, sollevandosi da un lato e ricadendo verso terra dall’altro. Elegantemente avvivata su sé stessa, mostra nella parte interna delle lettere sparse dipinte dall’artista che compongono il titolo.

La mostra è visitabile gratuitamente fino al  31 agosto 2020, con i seguenti orari: lunedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle 16.00 alle 19.00, giovedì dalle 9.30 alle 12.30.