La lezione dell’antropologo fisico Giovanni Destro Bisol è stato un vero e proprio successo. Il suo intervento lo scorso 20 febbraio ha attratto studenti, genitori, volontari, insegnanti e autorità alla conferenza organizzata dalle associazioni I mille colori dell’albero della vita e Oltrelefrontiere nella Scuola Media Emilio Segrè di Fiumicino.

Hanno partecipato anche alcune autorità locali, quali l’Assessore ai Servizi Sociali, Anna Maria Anselmi, il prof. Francesco Comodo e la dott.ssa Susanna Marullo, responsabile delle attività di Continuità e Intercultura dell’Istituto comprensivo Lido del Faro.

Il prof. Destro ha ribadito gli argomenti delle differenze biologiche e dell’indivisibilità del genere umano, comprensibili per gli stessi ragazzi e il pubblico, concludendo che pur restando differenze esterne nel colore della pelle e nei tratti fenotipici, la specie umana è unica e indivisibile. I contrasti tra gli esseri umani e i popoli sono riconducibili alla adattazione materiale all’ambiente che l’uomo sapiens ha prodotto nel tempo e nello spazio e non alle differenze culturali.

Non esiste quindi nessuna distanza biologica essenziale tra le genti come è stato avanzato da decenni dagli studi moderni di genetica, archeologia, storia e, non ultimi, dai confronti qualificati. In Italia, un ruolo di diffusione scientifica lo svolge Giovanni Destro ed altri ricercatori nei libri scolastici, nei programmi specializzati della TV, nelle presentazioni di Youtube e, di sicuro, nei saggi e interventi di divulgazione.

Oggi è chiaro che l’origine dell’uomo è riconducibile ai nostri comuni antenati come lo dimostra il ritrovamento dei frammenti fossili di Lucy (1974), nel territorio etiopico dell’Africa settentrionale. Reperti che permettono di risalire ai tempi della sopravvivenza umana e dopo millenni alla ricerca di alimenti, dimore e benessere che rapportano ad altri vestigi umani nei continenti dove spuntano numerosi tracce linguistiche, abbigliamenti, cibi, forme di lavoro e modi di produzione per servire le popolazioni e le credenze religiose.

Secondo la coinvolgente lezione del prof. Destro, “le differenze genetiche tra individui che appartengono a una stessa popolazione sono in media poco più piccole di quelle che appartengono a continenti diversi”. Allo stesso tempo, le considerazioni e classificazioni sull’importanza e sulla potenziale superiorità di una razza su un altra sono ipotesi non solo antiscientifiche, ma infondate che possono portarci ad atteggiamenti persino razzisti. Pertanto, la diversità umana  non deve diventare uno strumento di discriminazione ma una chiave di un successo evolutivo della nostra comune umanità, un valore per il presente e una ricchezza per il futuro.

Sarebbe importante ripetere esperienze come questa nelle Scuole medie del territorio!

(di Pia M. Koller)