Portiamo alla luce le terme di Matidia”. È questa l’iniziativa promossa dall’associazione Laborastoria, già da anni impegnata attivamente sul territorio nella valorizzazione del patrimonio culturale di Fiumicino.

Quattro giornate programmate nel 2019, per sottrarre l’area al degrado in cui versa e restituire alla cittadinanza un sito dal forte valore archeologico e storico.

 

Matidia, nipote dell’imperatore Traiano e suocera di Adriano, dalla quale queste terme prendono il nome per la vicinanza all’omonimo ponte, morì il 23 dicembre 119.

“Tra un anno esatto – si legge nella nota di Laborastoria –  quando ricorrerà l’anniversario della sua morte, vorremmo poter di nuovo ammirare questo patrimonio della metà del II secolo. Perciò abbiamo intenzione di programmare quattro iniziative per bonificare l’area, falci e tagliaerba alla mano, insieme a cittadini, istituzioni e associazioni. Il primo appuntamento abbiamo intenzione di organizzarlo già per gennaio”.

 

 

Le terme

 

 

 

I numerosi rinvenimenti archeologici dovuti agli scavi che negli anni ’70hanno riportato alla luce gran parte del patrimonio archeologico dell’Isola Sacra. Dati epigrafici attribuiscono l’edificazione a Matidia (68-119 d.C.) nipote di Traiano e suocera di Adriano.

 

Tra le edificazioni ritrovate spicca il complesso termale, detto di Matidia che si trova nella zona di via Redipuglia.

Le Terme, di impianto adrianeo ma utilizzate perlomeno fino al VI secolo, si organizzano intorno ad un vasto salone sui lati del quale si affacciano ambienti con diverse funzioni: sul lato settentrionale le botteghe (tabernae) , su quello meridionale un deposito (dolia defossa), mentre su quello occidentale si dispongono gli ambienti termali veri e propri ed il sottostante corridoio di servizio.
L’impianto delle terme è essenziale, articolato secondo lo schema di base calidario-tepidario-frigidario, con le vasche prevalentemente absidate a movimentare il complesso sia all’interno sia all’esterno. Di interesse risulta il sistema idraulico e dei servizi, con l’alloggiamento della noria per il rifornimento dell’acqua alle spalle della vasca nord del frigidario, più vicina al canale.

Ad oggi però le terme sono sovrastate da rovi e vegetazione.