Quanti sono al corrente dell’esistenza del progetto “Roma e il suo mare: il grande raccordo ciclabile. Un progetto strategico per la mobilità sostenibile del litorale”? Sicuramente pochi rispetto all’importanza dell’iniziativa promossa dal Coordinamento Roma Ciclabile, organismo che riunisce decine di associazioni di appassionati delle due ruote. E’ questa una delle tante possibili scoperte quando ci si avvicina a questo mondo, per lo più sconosciuto al grande pubblico, per certi versi abituato a vedere come un pericolo e non come una risorsa le comitive di cicloamatori che spesso si incontrano sulle strade, in particolare sul nostro litorale. Due mondi, quelli degli automobilisti e dei ciclisti, destinati a scontrarsi? Non è così, come dimostrano gli avvenimenti delle ultimi mesi. Ma andiamo con ordine. Il 28 aprile è stata la giornata dell’orgoglio del popolo delle due ruote. Diverse decine di migliaia di cicloamatori, provenienti da tutta Italia, hanno invaso i Fori Imperiali in occasione della giornata internazionale “Salvaciclisti” per chiedere “più sicurezza e una città a misura di bici”. Una manifestazione imponente, che ha dimostrato ancora una volta come la mancanza di una rete diffusa di piste ciclabili, in particolare a Roma e Provincia, sia il limite vero a un diffuso utilizzo delle due ruote, in mancanza delle quali i ciclisti continuano ad essere esposti a gravi rischi, spesso con conseguenze anche mortali. Nel mirino dei manifestanti è stata inevitabilmente la nostra politica, nazionale come locale, che al contrario di tanti altri paesi europei si è sempre dimostrata incapace di cogliere l’opportunità e i grandi benefici derivanti dall’uso diffuso delle biciclette. Come sempre in questi casi, alle sollecitazioni dal basso la politica risponde con piani imponenti, tutti però da verificare. E così anche in questa circostanza, proprio alla vigilia dell’appuntamento, e a ben due anni dall’approvazione in giunta, il Consiglio comunale di Roma ha dato il via libera a larghissima maggioranza al “Piano quadro della ciclabilità”, approvazione resa possibile proprio grazie al lungo e duro lavoro, nella fase di redazione prima e nella fase di approvazione poi, delle associazioni romane riunite nel Coordinamento Roma Ciclabile. Si tratta di un piano molto ambizioso e dettagliato che prevede entro il 2020l’estensione della rete ciclabile della Capitale dagli attuali 225 ai 1.000 chilometri e per la cui realizzazione è prevista una spesa di circa 170 milioni di euro. Il Coordinamento Roma Ciclabile, pur esprimendo la sua soddisfazione per il risultato raggiunto, commenta così: “ora arriva il lavoro più difficile, perché dopo l’approvazione il compito sarà molto più impegnativo. Bisognerà fare quello che è previsto nel Piano entro il 2020, investire quindi molte risorse, realizzare in pochi anni molti chilometri di percorsi protetti e riqualificati, applicare in modo rigoroso il codice della strada, fare un bikesharing e un’intermodalità seria e molto altro. Tutto questo significa che lo spazio destinato alle auto andrà ridotto e non poco. E’ pronta Roma Capitale? Noi continueremo a dare il nostro contributo, giorno per giorno, con la nostra esperienza, per migliorare la qualità della città, per tutti. Svolgeremo una attività di monitoraggio e vigilanza sul rispetto degli impegni presi con il piano quadro. Ma solo una amministrazione molto determinata e consapevole che la posta in gioco è la mobilità sostenibile e la qualità dell’ambiente urbano per tutti, sarà in grado di realizzare questi obiettivi. Temiamo di essere ancora molto lontani”.  Tra i progetti previsti nel piano, il proseguimento della pista ciclabile sulla riva destra del Tevere, fino a Fiumicino, viene inserito tra quelli già finanziati e in fase avanzata di progettazione. Sul tema, sempre su iniziativa del Coordinamento Roma Ciclabile, che attualmente sta collaborando anche con la Provincia di Roma nella stesura del suo “Piano guida sulla ciclabilità”, si è svolto il 10 marzo durante Bici@romaexpo il convegno “Roma e il suo mare: il grande raccordo ciclabile”, in cui è stato presentato il progetto a cui abbiamo accennato a inizio articolo e che ha visto tra i suoi partecipanti anche il sindaco di Fiumicino, Mario Canapini. Secondo il Coordinamento, “Il litorale di Roma merita una mobilità più sostenibile. Vi risiedono quasi 300.000 cittadini e d’estate è frequentato ogni giorno da migliaia di romani. Possiede risorse ambientali e storico archeologiche straordinarie, potenti attrattori di turismo. E’accessibile attraverso importanti infrastrutture di collegamento, su ferro e per le auto, ma non è ancora accessibile in bicicletta in sicurezza. Entro l’anno dovrebbero essere avviati i lavori per prolungare il percorso ciclabile lungo la riva destra del Tevere fino a Fiumicino. Ma, arrivato al suo termine, non c’è più niente, nessun raccordo con il territorio. Manca un progetto complessivo per far circolare le biciclette lungo il mare di Roma, almeno da Torvaianica a Fregene.Nel frattempo Roma Capitale sta avviando la realizzazione del nuovo ponte della Scafa, unico punto di collegamento fra Isola Sacra (Fiumicino) e Ostia (e quindi fra il litorale nord e quello sud), senza prevedere la possibilità di transito per le biciclette e per i pedoni. Noi diciamo che, così com’è, questo è un progetto insostenibile. Se realizzato in questo modo sarà impossibile con le biciclette e a piedi passare fra i territori densamente abitati, in riva destra e in riva sinistra del Tevere, per tutto il tratto che va dal Grande raccordo anulare fino al mare, 20 km. Migliaia di persone che ogni giorno si spostano anche per lavoro lungo il litorale non avrebbero alternativa all’auto privata – continua il Coordinamento – Pensiamo, quindi, che sia necessario e urgente, insieme alla revisione del progetto del ponte della Scafa, costruire un grande progetto condiviso fra istituzioni, cittadini e operatori, che guardi ad un futuro diverso per il litorale romano. Più sostenibile, dove la velocità e lo spazio per le auto siano più contenuti e le biciclette possano circolare molto più numerose, facilmente e in sicurezza. Come ormai avviene nei luoghi del turismo più qualificato, ma anche come avviene nei centri urbani più a misura d’uomo e di ambiente. Roma è rimasta indietro di decenni dall’Europa, è ora che cambi. E’ un progetto ragionevole e fattibile, richiede solo un impegno coordinato delle amministrazioni locali. Oltre a dare una risposta alla domanda di sostenibilità di tantissimi cittadini romani che vivono e lavorano nel litorale, potrebbe aumentare le opportunità di sviluppo legate al turismo, che sarebbe incentivato da un ambiente e da una accessibilità migliore. Potrebbe far crescere i servizi e l’economia delle piccole e medie imprese che sul turismo vivono. Potrebbe valorizzare aree di grandissimo interesse storico e archeologico, come gli scavi di Ostia Antica, da aprire in modo sostenibile ai flussi turistici provenienti dall’aeroporto e dal costruendo nuovo porto di Fiumicino. La Regione Lazio ha già finanziato il percorso lungo il Tevere, voluto da Roma Capitale e dal Comune di Fiumicino. La Provincia di Roma ha dimostrato di credere in questo progetto. Il Coordinamento Roma Ciclabile ha già avanzato proposte concrete e ha fornito indicazioni per la soluzione dei maggiori problemi. Chiediamo a questo punto che venga istituito un gruppo di progettazione interistituzionale, che la Provincia potrebbe coordinare, al quale dovrebbero partecipare i comuni di Roma, Fiumicino e Pomezia, per elaborare un vero e proprio progetto definitivo, che impegni le risorse necessarie e che sia partecipato, coinvolgendo le associazioni, i cittadini e gli attori economici che possono contribuire alla sua realizzazione”, conclude il Coordinamento. Si tratta, con tutta evidenza, di analisi e proposte pienamente ragionevoli e condivisibili, a cui le istituzioni, a vario livello, sono chiamate a rispondere con impegni concreti e non con promesse destinate a rimanere sulla carta. Di sicuro, in tema dello sviluppo della ciclabilità sul litorale, al comune di Fiumicino spetta un ruolo centrale. E, purtroppo, da questo punto di vista le premesse non sono delle migliori. Se, infatti, sia sulla ciclabile del Tevere come sul ponte della Scafa la progettazione e la realizzazione non compete in prima persona al nostro Comune, è altrettanto vero che i risultati raggiunti in tema di ciclabilità nel corso del doppio mandato del governo locale di centro destra sono purtroppo molto deludenti. Dei molti progetti ipotizzati in questi anni, ad esempio il Fiumicino – Focene lungo via Coccia di Morto, quello tra Focene e Fregene, il completamento del Maccarese – Fregene, quello tra Focene e Passoscuro, ma l’elenco potrebbe essere molto più lungo considerando anche la mobilità interna alle diverse località comunali, nessuno di questi per un motivo o l’altro è riuscito a passare in fase realizzativa. Per sovvertire la tendenza servirebbe a questo punto un deciso cambio di marcia, difficile però da ipotizzare a distanza di meno di anno dalle prossime elezioni comunali, anche se il bilancio definitivo si potrà fare solo a temine del mandato.
A stemperare il nostro pessimismo rimane una consolazione non da poco: l’impegno l’azione di stimolo quotidiano messo in atto dalle singole associazioni e dal Coordinamento Roma Ciclabile. Che continueremo a seguire con attenzione.