Videoconferenze di gruppo per tornare a parlarsi, guardarsi, sorridersi come accadeva qualche settimana fa. Così i centri diurni che accolgono adulti con disabilità grave si riorganizzano, scoprendo le nuove tecnologie per combattere solitudine e isolamento.

“L’emergenza Coronavirus −  spiega Francesco Cesarino, direttore sanitario di Anffas Ostia, associazione famiglie e persone con disabilità intellettiva e del neurosviluppo che opera sul litorale di Roma − ci ha costretti a rimodulare tutti i nostri servizi, anche quelli che riguardano il nostro centro diurno. Abbiamo dovuto imparare a sfruttare gli strumenti tecnologici oggi disponibili che in un contesto come questo ci aiutano a non interrompere il percorso riabilitativo e a non lasciare solo nessuno dando, nel contempo, un valido sostegno alle famiglie e ai loro bisogni”.

“È la prima volta – fa notare Daniela Pierlorenzi, coordinatrice del centro diurno di Anffas Ostia − che vengono sperimentati interventi educativi a distanza per persone con disabilità intellettiva medio/grave. Questo grazie anche alla mediazione della rete dell’assistenza domiciliare che aiuta famigliari, anziani e i ragazzi che non hanno abilità motorie a utilizzare i supporti informatici. Una delle barriere che abbiamo dovuto abbattere è stata quella linguistica. Alcune persone del centro diurno hanno un grave deficit sia nella produzione che nella comprensione del linguaggio. Stiamo utilizzando un sistema bimodale, che prevede l’uso del lessico della lis insieme al linguaggio verbale”.

“Per tutti sin da subito −  sottolinea Fabio Ansuini, educatore e assistente specialistico −  è stato lampante il piacere di rivedersi. Facciamo sia interventi singoli, in cui riprendiamo i percorsi interrotti, sia videoincontri di gruppo per ricreare quel clima che c’era nel centro diurno di Anffas Ostia, fatto di risate e buon umore. Per i ragazzi del diurno è un modo di rompere la solitudine e tornare a parlare con amici che conoscono ormai da tantissimi anni. Un servizio fondamentale”.