Tutto è cominciato all’ultima edizione del Taste of Roma in programma dal 19 al 22 settembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Tra le tante proposte degli chef stellati, lo staff dell’Hotel Tiber di Fiumicino ha presentato una formula elaborata per incuriosire gourmet, appassionati e curiosi proprio sul tema dell’evento: raccontare l’evoluzione della propria cucina attraverso un viaggio all’insegna del risveglio di tutti i sensi. Nelle sale dell’Auditorium ha presentato così i propri piatti evocando suoni, abbinati a un gusto e a delle immagini del nostro territorio. Mentre il cliente ascoltava attraverso le cuffie il verso di un gabbiano, la risacca del mare, lo chef offriva un finger di pesce con salse particolari, un percorso sensoriale a tutto tondo. È nato così il format “cena sensoriale” del Tiber Roof 41° Gourmet Experience.
E la prima di questo percorso a Fiumicino si è svolta nello scenografico Roof Garden dell’Hotel in via della Torre Clementina il 4 dicembre scorso. Una cena riservata a una decina di fortunati che hanno potuto apprezzare le proposte elaborate dallo chef Agostino Valente e dal maitre Mauro Di Vilio, ai quali la proprietà dell’albergo, Adelaide e Elisabetta Tramontano, ha dato carta bianca per inaugurare questa sperimentazione, una novità assoluta non solo per Fiumicino. Una serata speciale durante la quale tutti i sensi, non solo il palato, sono stati gratificati dai piatti, dagli abbinamenti e dall’atmosfera creata.
La cena si è aperta al bancone del bar dove sono stati serviti gli antipasti. Prima di partire il test sensoriale: essenza di grappa sulle mani con pane caldo alle vinacce non fermentate. Una preparazione tattile e olfattiva a ricevere il pane caldo che lascia il segno. A seguire il primo antipasto, ospiti bendati con una mascherina per degustare al cucchiaio la tartare di gambero rosso con uova di salmone, accompagnato da una tisana al gambero rosso ai profumi di cocco e anice stellato. Tolta la benda è arrivato il secondo antipasto: cevice di ricciola con puntarella ripiene di maionese alle alici, abbinato con martini cocktails vodka e sake con essenza di whisky torbato. Meraviglioso anche il terzo antipasto, capasanta scottata su crema di carote, topinambur croccante e aria di zenzero, abbinato con Fernet sparkling cocktail.
Dopo ogni assaggio con abbinamento gli ospiti venivano invitati dal maitre e dallo chef a commentare le scelte in un convivio utile anche per socializzare in un’atmosfera pienamente coinvolgente.
Dal bancone alla tavola per il primo piatto, preceduto da uno splendido cestino di pane caldo ai broccoletti, al pomodoro e ai carboni vegetali, preparato dal sous-chef Fabrizio Gasperini. Davanti al proprio posto ogni ospite disponeva di cuffie senza fili per poter ascoltare i suoni e la musica in sintonia con il piatto. Così, mentre si ascoltala traccia musicale dei suoni del mare, si apprezza un ottimo risotto acquerello mazzancolle, aria di ricci di mare e foie gras ghiacciato, con un abbinamento temerario ma riuscito: il Muffo di Sergio Mottura.
Quinta portata, con traccia musicale di suoni del bosco, per una triglia ripiena di lardo di colonnata con lamine di porcini scottati, tartufo di patate e juice di vitello, abbinato a un pinot nero Novacella riserva 2015. Sontuosa la chiusura, una mela cremosa al cioccolato bianco con tatin di mele su croccante di riso soffiato, preparata dalla pasticcera Maria D’Ambrosio, abbinato al Calvados.
Tre ore volate via senza mai guardare l’orologio, piatti, abbinamenti, aromi, suoni, tutti valorizzati nelle minime sfumature dalla predisposizione dei sensi stimolati a ricevere nella migliore condizione dello spirito le prelibatezze proposte, servite da Marta Cherchi, chef de rang per la sala. Un’esperienza da ripetere, assolutamente. Lo staff del Tiber ha intenzione di proporla almeno una volta al mese, per informazioni: tel. 06-65048255.