Sulle pagine della cronaca di Roma del quotidiano Il Tempo di oggi, lunedì 24 luglio, è stato pubblicato un intervento di Mario Baccini sulla questione hot spot migranti sul territorio di Fiumicino che riportiamo integralmente.
“La questione dell’hot spot nel Lazio per far fronte all’emergenza d immigrati non può essere certo risolta palleggiando il problema da un porto all’altro. È impossibile, quanto inopportuno, creare un campo di prima accoglienza senza valutare gli impatti sociali sul territorio e sul suo tessuto socio-economico. Se dopo Civitavecchia il tiro si è spostato su Fiumicino chiediamo che il sindaco intervenga presso il prefetto e il Ministero dell’Interno per opporsi alla realizzazione di una tendopoli di prima accoglienza a Fiumicino e dunque condivido la richiesta del gruppo consiliare di Forza Italia di chiedere un consiglio comunale straordinario per affrontare il problema. Non si può affrontare un’emergenza con un’altra emergenza. Fiumicino, come ha già dimostrato lo scorso anno in occasione della sistemazione di poco più di venti rifugiati, non è né pronta né adatta a ricevere immigrati che non possono essere integrati.La città vive un momento delicato, provata da una situazione occupazionale incerta legata alle vicissitudini delle grandi aziende del territorio ormai in crisi cronica, non offre, poi, una sufficiente rete sanitaria dopo le chiusure notturne degli ambulatori territoriali e dei medici di base; a livello di sicurezza cittadina, poi, non penso che le forze di polizia locali, già sotto organico, possano far fronte ad una situazione che si annuncia esplosiva, vuoi per il numero ospiti previsti nel centro della Croce Rossa (circa 300), vuoi per il luogo deputato che sarebbe stato individuato nell’area di via di Pesce luna, dove peraltro sorge una discarica. Non si possono trattare le persone come rifiuti umani, se è necessario accoglierli per sollevarli dalle sofferenze di una vita di stenti è giusto farlo in un regime di sicurezza sanitaria e in un posto dove possano trovare un punto di partenza per ricominciare una esistenza dignitosa. Ci appelliamo al Ministro dell’Interno perché faccia il possibile insieme con i prefetti per strutturare un piano organico individuando strutture e territori dove sia chi arriva, che chi vive, possa essere garantito nella sicurezza personale. Ribadiamo pertanto la necessità urgente che sia convocato un tavolo tecnico e siano esclusi territori come Fiumicino che non sono in grado di mettere a disposizioni le necessarie caratteristiche per la prima accoglienza”.