“Portiamo alla luce le terme di Matidia”. È andata in scena questa mattina l’iniziativa promossa dall’associazione Laborastoria, da anni impegnata sul territorio nella valorizzazione del patrimonio culturale di Fiumicino.

L’appuntamento per riportare alla luce un sito di così alto pregio ha visto partecipare nell’area di via Rombon a Isola Sacra molti cittadini e diverse associazionidel terriotrio.

Con guanti, forbici, forbicioni, seghe e attrezzi del genere ogni partecipante ha dato il suo contributo per questa giusta causa.

Laborastoria

“Questo posto –­ dicono i membri di Laborastoria  – è di tutti e vorremmo che tutti partecipino a questa iniziativa con l’obiettivo di valorizzarlo e tutelarlo. Per sottrarre l’area al degrado in cui versa sono in programma altre giornate nel corso del 2019. Questa è stata solo la prima.

Abbiamo deciso di iniziare oggi, giornata della memoria, perché esiste un legame tra questo posto e la memoria. Il patrimonio storico archeologico di un luogo ne cimenta l’identità. Queste terme ci dicono che Isola Sacra non era solo un posto di lavoro, commercio e morte, vista la vicina necropoli. Anzi, non fanno che rimarcare il fatto che qui c’era il fulcro della vita”.

Terme da salvare

“Oggi – sottolineano da Laborastoria – queste terme sono ricoperte dalla vegetazione. Dopo il loro ritrovamento negli anni ’70 nessuno si è mai fatto caricodi conservare e valorizzare un sito che ha tutte le carte in regola per essere un museo all’aperto.

Nella parte visibile delle terme si nota che da un arco spunta un albero con oltre dieci centimetri di diametro. La natura sta vincendo e se gli enti preoposti non intrevengono, presto questo tesoro andrà perso.

Per questo dobbiamo fare tutti un sforzo, partecipando a questa iniziativa.

L’obiettivo

Matidia, nipote dell’imperatore Traiano e suocera di Adriano, dalla quale queste terme prendono il nome per la vicinanza all’omonimo ponte, morì il 23 dicembre 119.

“Per il 23 sicembre 2019 – fanno notare i mebri di Laborastoria –  quando ricorrerà l’anniversario della sua morte, vorremmo poter di nuovo ammirare questo patrimonio della metà del II secolo”.

 

(foto di Francesco Camillo)