Lo scorso 28 novembre la Regione Lazio ha erogato lo stanziamento che consentirà la riapertura della linea ferroviaria Priverno Fossanova – Terracina, interrotta da una grossa frana dall’estate 2012; stazione appaltante dei lavori sarà lo stesso comune di Terracina che quindi avrà tutto l’interesse ad accelerarne i tempi. Questa notizia si aggiunge a quella che vede il via libera al completamento dei lavori di ricostruzione della ferrovia Formia – Gaeta: due delle tre località marittime della nostra regione servite da bretelle ferroviarie “dedicate” torneranno quindi, presumibilmente entro il 2019, ad essere nuovamente raggiungibili in treno.
A mancare all’appello, è inutile dirlo, è la ferrovia per Fiumicino, chiusa dal 2000 in favore del potenziamento del servizio per l’Aeroporto, con la promessa della costruzione di una nuova stazione subito a monte del vecchio bivio tra i due rami la quale, con la scusa di insistere su un’area archeologica, non è mai stata neanche ufficialmente progettata. Eppure i lavori per le due ferrovie prima nominate sono infinitamente più impegnativi: per quanto riguarda quella di Terracina è necessario mettere in sicurezza un intero costone montano a rischio idrogeologico, mentre per Gaeta si tratta in pratica di ricostruire ex novo una linea di oltre 8 chilometri totalmente chiusa dal 1981, comprendente tra l’altro tratti in galleria e un viadotto a 25 arcate: opere di tutt’altro spessore rispetto ai due chilometri in piano e in rettilineo da ricostruire tra bivio Porto e l’area nei pressi del vecchio passaggio a livello, dove era stato ipotizzato, anche nel programma dell’Amministrazione comunale che su questo tema tenne una manifestazione in piazza Grassi prima del ballottaggio poi vinto, di costruire il nuovo terminale. Né si può dire che sia stato un processo privo di ostacoli quello per le altre due linee sulle quali fino ad alcuni mesi fa la Regione stessa ci risulta fosse tutt’altro che convinta.
A Fiumicino sul sedime ferroviario è stato nel frattempo costruito un tratto di uno dei 12 corridoi della mobilità di cui si fece promotrice la Provincia di Roma nello scorso decennio: il corridoio che doveva portare da Ostia alla Fiera di Roma e che fu finanziato solo nel tratto tra Fiumicino e Parco Leonardo (peraltro, unico dei dodici), il quale avrebbe dovuto aprire nel 2012 ed i cui lavori sono ormai pressoché completati. Il progetto del Corridoio comunque prevedeva, secondo quanto ci ha dichiarato l’Assessorato alla Mobilità della Regione Lazio, l’immediata compatibilità con l’installazione di una nuova massicciata ferroviaria qualora fosse stata presa una decisione in questo senso.
Anche se evidentemente nella nostra città non si è ancora riusciti a coagulare le energie necessarie come è avvenuto negli altri due comuni litoranei, i fiumicinesi però hanno dimostrato di non avere scordato la loro ferrovia, intervenendo in tanti sull’argomento all’assemblea pubblica “La città che cresce, lavori in corso” indetta lo scorso 15 novembre dall’Assessorato ai Lavori pubblici, e sostenendo che l’autobus per Parco Leonardo (“per ora la stazione di Fiumicino”, come ha detto il sindaco) che verrà attivato sul Corridoio non può essere la soluzione definitiva. Tra l’altro, lo stesso studio della provincia (certo, ormai datato) indicava la Portuense come una delle arterie verso la capitale meno critiche, a dimostrazione che l’esigenza è quella di un collegamento su ferro.
La riapertura della ferrovia, da sempre propugnata tra gli altri dal Comitato Pendolari Maccarese – Palidoro (che al di là del nome “storico” è il referente ufficiale della Regione Lazio e delle Ferrovie per gli utenti di tutto il Comune) e dalla Consulta cittadina sulla Mobilità, e presente nel Piano Regionale della Mobilità, Trasporti e Logistica della Regione Lazio, è stata di recente sostenuta anche dall’Osservatorio Regionale sulla Mobilità, che ne ha fatto oggetto di una proposta al Piano Urbano della Mobilità Sostenibile del Comune di Roma, fatta propria anche da Assoutenti, e che chiunque può appoggiare sulla pagina web https://www.pumsroma.it/partecipa/proposte-cittadini/ritorno-del-ferro-a-fiumicino/
Nella sua ultima intervista, rilasciata alla nostra rivista poche settimane prima di morire, l’ex sindaco Giancarlo Bozzetto dichiarò che il suo errore più grave era stata proprio la chiusura della ferrovia. Per rimediare a quell’errore è necessaria oggi una volontà politica forte; perché i risultati, a volte, si possono ottenere.

Andrea Ricci, presidente Comitato Pendolari Maccarese – Palidoro