Per i rifiuti del Lazio c’era attesa che il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini svelasse il proprio piano per mettere la parole fine a una emergenza che va avanti da mesi. “L’attuazione completa del decreto consentirà di riconsiderare la proroga di Malagrotta e la realizzazione di una discarica provvisoria a Monti dell’Ortaccio – dice il Ministro – perché gran parte delle ragioni che hanno portato a queste decisioni saranno superate dai risultati del decreto”. Clini ha aggiunto che “secondo il decreto, solo in caso di necessità, e limitatamente alle quantità che risulteranno dopo il riciclo e la piena utilizzazione degli impianti, potrà essere considerata la possibilità di individuare aree idonee per discariche”.
Se gli enti locali si mostreranno inadempienti nei confronti delle indicazioni stabilite dal decreto per risolvere l’emergenza dei rifiuti a Roma nei termini stabiliti dal provvedimento incorreranno in sanzioni. “C’é una responsabilità personale e in solido”, ha fatto notare Clini. In questo caso subentrerà il commissario che sarà Goffredo Sottile, in carica per sei mesi salvo proroga.  Entro il 25 gennaio prossimo quindi i rifiuti urbani prodotti dai comuni di Roma, Fiumicino, Ciampino e dallo Stato della Città del Vaticano dovranno essere trattati negli impianti del Lazio, nei limiti della capacità residua autorizzata dagli stessi, ha detto il ministro Clini, aggiungendo che il Lazio è autosufficiente per la raccolta dei rifiuti.
Il ministro dell’Ambiente ha quindi sottolineato che il decreto in pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale potrà mostrare i primi risultati entro 60 giorni, da oggi parte la procedura :“Il percorso e le misure individuate dal decreto consentono di allineare la gestione dei rifiuti di Roma e del Lazio alle direttive europee e alle leggi nazionali utilizzando al meglio l’impiantistica esistente e programmata nella regione”. Il decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale si basa sulle previsioni della legge di stabilità, che in alcuni articoli prevedono che il ministro dell’Ambiente adotti dei provvedimenti per riportare alla normalità la gestione dei rifiuti di Roma, nel rispetto delle direttive europee e delle norme nazionali, che hanno al centro la raccolta differenziata come metodo principale e il recupero di materia e di energia oltre al piano utilizzo della capacità produttiva degli impianti di trattamento meccanico-biologico del Lazio. In questo modo è stata superata la normativa regionale secondo la quale ogni provincia doveva essere autosufficiente escludendo il trasferimento dai rifiuti da una provincia all’altra. “Roma ha fatto un bando di gara per trasferire all’estero i rifiuti che non riusciva a trattare negli impianti di altre province – ha ricordato Clini – quando l’ho detto al commissario europeo non ci credeva. Questo decreto non si occupa di discariche ma prevede esclusivamente che i rifiuti di Roma vengano conferiti in impianti meccanico-biologici che non sono utilizzati completamente o che sono in attesa di autorizzazione”. I rifiuti prodotti nella Provincia di Roma sono pari a 1,8 milioni di tonnellate l’anno, quantitativo che si riduce del 30% per la raccolta differenziata, arrivando a 1,3 milioni di tonnellate l’anno. Negli impianti di trattamento meccanico-biologico del Lazio autorizzati c’e una potenzialità residua per 930.000 tonnellate mentre gli impianti in corso di autorizzazione hanno una capacità disponibile di circa 850.000 tonnellate. Questo sta a dimostrare che nel Lazio c’é capacità sufficiente per lo smaltimento dei rifiuti prodotti nella provincia di Roma. “Si tratta – ha precisato Clini – di dati ufficiali forniti dalla Regione Lazio e trasmessi il 24 dicembre scorso al ministero dell’Ambiente”. Nel corso della riunione il ministro ha sottolineato che “qualcuno ha contestato questi dati dicendo che non sono corretti. Ma se qualcuno li contestasse, significherebbe che sono falsi e su questo non si scherza. In questo caso procederei immediatamente per il reato di falso, rivolgendomi all’Autorità giudiziarie”.