“Dopo il comunicato sull’istituzione del Registro dei richiedenti asilo, ho ricevuto diversi attacchi dalla destra locale. Reazioni prevedibili da parte di chi ha perso ogni senso di umanità e strumentalizza la questione migranti per alimentare una guerra tra poveri che giova solo ai loro scopi elettorali, non certo alle persone bisognose, siano esse italiane o straniere.
Bugie e strumentalizzazioni rese evidenti dalle mistificazioni sul nostro provvedimento. Nessuno darà asilo politico agli irregolari, come dicono alcuni. Intanto perché non si tratta di irregolari, essendo richiedenti asilo in attesa di risposta. La loro eventuale irregolarità subentrerà in caso di diniego. E poi perché il Comune non ha questa competenza, cosa che evidentemente ignorano.

Detto questo, si tratta di persone già presenti sul territorio, che fino a qualche settimana fa avevano il diritto ad avere la residenza. Con il decreto Salvini questo diritto non esiste più . Queste persone diventano fantasmi. Il nostro registro non dà la residenza vera e propria, ma riconosce un domicilio e permette di fotografare l’esistente non comportando, quindi, spese aggiuntive.

Da sindaco voglio avere contezza di chi vive sul territorio della città che amministro e assicurarmi che non siano privati dei diritti sanciti dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali. Perché così agisce un’amministrazione che si rispetti. Questo è l’unico modo per occuparsi di sicurezza nella propria città, non certo buttando le persone per strada, rendendole fantasmi alla mercé della criminalità pronta ad approfittare della loro disperazione e privandole di tutele”.

Non accetto, infine, lezioni di democrazia né di rispetto da chi partecipa ad eventi in cui si promuovono disegni di legge discriminatori e retrogradi e in cui si aggrediscono le donne che, giustamente, difendono diritti conquistati con anni di durissime battaglie. E non accetto che si faccia distinzione tra chi viene prima e chi viene dopo nel nostro Comune. È la differenza tra noi e loro: continuano a pescare nel torbido alimentando paure ed è una pratica che non ci appartiene e che rigettiamo.

Esterino Montino