Grazie al corso dell’Anffas Onlus e al salone di Fiumicino “Ricci e Capricci”, quattro ragazze speciali si preparano a realizzare il loro sogno: diventare acconciatrici.

Ogni lunedì alle 14.00 in punto Chiara si presenta al salone di bellezza “Ricci e Capricci” di Fiumicino e comincia a seguire con attenzione le istruzioni ricevute. Poi si mette all’opera: lava, asciuga, prepara la tinta e accoglie le clienti. Impara, insomma, il mestiere dell’acconciatrice. Chiara ha 22 anni, è una ragazza con sindrome di Down e da grande sogna di lavorare in un negozio tutto suo. Insieme ad altre tre amiche, Jessica, Katia e un’altra Chiara, anche loro con disabilità intellettiva, stanno seguendo un corso tutto speciale. “Chi ha detto che noi non possiamo lavorare?”, sorride. Tutto è nato da un’idea dell’associazione Anffas Onlus di Ostia in collaborazione con Rachele Penza, titolare dell’esercizio commerciale dell’Isola Sacra. Il corso di formazione professionale per acconciatrici, iniziato a febbraio (terminerà a dicembre), si svolge una volta a settimana, il lunedì, dalle 14.00 alle 17.00: Rachele si occupa di insegnare alle ragazze tutto ciò che comprende il mestiere di acconciatrici. Con l’aiuto e l’assistenza di due professioniste dell’Anffas.

“L’obiettivo – spiega la dottoressa Patrizia Trivellato, assistente sociale di Anffas Ostia e coordinatrice dei progetti di inserimento lavorativo – era fare in modo che le ragazze alla fine del corso avessero le capacità per essere inserite nel mondo del lavoro nel più breve tempo possibile”.

Chiara e le sue giovani “colleghe” hanno così imparato a fare una tinta, i colpi di sole, lavare capelli, pettinarli, acconciarli, fare la piega con il phon. “Questo momento – continua Trivellato – per le ragazze è il risultato di un lungo percorso svolto qui all’Anffas di Ostia”. Le ragazze sono seguite dall’associazione fin da bambine, da quando avevano tutte più o meno 5 anni. Oggi hanno dai 20 ai 25 anni. Così le ragazze sono entrate in sintonia con se stesse e hanno capito che la loro diversità non è invalidante. Alle spalle un lungo percorso di autonomie personali, di lavoro sulla coordinazione, il rispetto delle regole. A questo si sono aggiunte le lezioni, prima teoriche, poi pratiche, svolte prima in un ambiente protetto e strutturato e oggi, finalmente, in un ambiente naturale, “con tutti gli imprevisti di un lavoro vero”.

È diventato fondamentale, così, confrontarsi con le regole, gli orari, le esigenze del cliente e interagire nella giusta maniera: capire insomma che c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare, ogni giorno. “Tutto questo serve anche alle ragazze per entrare in sintonia con se stesse e capire che la propria diversità non è invalidante – continua la responsabile del progetto – e che, al contrario, sono assolutamente abili al lavoro. Questo ha aumentato la loro autostima: possono toccare immediatamente con mano i risultati dei propri sforzi ed essere integrate nella società”.

Integrazione non sempre facile. Il fatto è che in Italia esiste una legge che tutela il diritto al lavoro delle persone con disabilità intellettiva. “Purtroppo però molte aziende preferiscono rischiare una multa piuttosto che inserirle”, commenta il direttore generale di Anffas Ostia Stefano Galloni.

Le attività, intanto, vanno avanti. Con buoni risultati. “Cosa mi ha spinto a fare questo corso? Sicuramente la consapevolezza che la disabilità possa con il lavoro e l’impegno non essere un limite – racconta la proprietaria del salone, Rachele Penza -. Le ragazze hanno imparato tantissimo, sono brave, hanno una buonissima manualità. Possono, con il tempo e l’impegno, diventare delle ottime aiutanti e acconciatrici. Credo molto nell’integrazione e nell’abbattimento di qualsiasi barriera, soprattutto culturale”. “Sono davvero felice. Non pensavo di essere in grado di svolgere questa attività lavorativa. Invece mi diverto e mi sento appagata”, sorride Katia.

“Questo mestiere mi piace tantissimo. Sogno di lavorare come acconciatrice”, risponde invece Chiara. “Gli ottimi risultati raggiunti – conclude Galloni – dimostrano con chiarezza che il lavoro quotidiano funziona. Attraverso opportunità e percorsi formativi professionali e qualificati, i ragazzi riescono ad esprimere potenzialità ed abilità, anche in misura maggiore rispetto alle aspettative iniziali, sentendosi competenti e capaci e acquisendo fiducia. Il loro entusiasmo e il loro impegno, insieme ad una migliore e maggiore capacità di autorappresentarsi, come professionisti ci rende orgogliosi e sempre più convinti di avere intrapreso il percorso giusto”.

di Gianmarco Venturi