Arrivano le offerte per Adr Mobility, la società nata dal processo di spin-off delle attività dei parcheggi e sosta (per circa 20mila posti auto) degli scali di Fiumicino e Ciampino.  Secondo indiscrezioni raccolte in ambienti finanziari, sono infatti attese entro il primo ottobre dagli advisor Mediobanca e Unicredit le proposte per acquisire il controllo della società. Dopo una prima scrematura (dalle 15 manifestazioni d’interesse arrivate nello scorso mese di aprile) sarebbero ancora in corsa e pronti all’offerta alcuni gruppi: in particolare, ci sarebbero Saba, azienda di Barcellona spin-off del gruppo spagnolo Abertis, una delle maggiori realtà nel settore della sosta, operante nel mondo con la gestione di oltre 150.000 posti auto.  Ma in corsa ci sarebbe, anche la F2i, fondo infrastrutturale guidato da Vito Gamberale, affiancato al gruppo iberico Empark. Infine, tra i potenziali compratori, sarebbe pronta a un’offerta anche Secure Parking, la maggiore società australiana del settore, affiancata al gruppo finanziario Investec Group. La valorizzazione della società, che ha un fatturato di 43 milioni con un margine operativo lordo di circa 34 milioni, si potrebbe aggirare tra i 150 e i 200 milioni di euro. Alla base dell’accordo ci sarà  anche un contratto di sub-concessione della durata di 14 anni, che prevede il pagamento delle relative royalties. Il gruppo Adr-Aeroporti di Roma opera tramite gli scali di Roma Fiumicino e Ciampino. In particolare, Fiumicino è attivo attraverso quattro terminal passeggeri, mentre Ciampino è principalmente utilizzato dalle compagnie aeree low cost, dagli express-courier e dalle attività di aviazione generale. Per Adr (controllata della Gemina dei Benetton e tra i cui piccoli soci ci sono la Regione Lazio, Roma Capitale, la Provincia di Roma e il Comune di Fiumicino) la cessione di Adr Mobility sarà la seconda dismissione effettuata in pochi mesi tra i propri asset no-core. Nel luglio scorso, infatti, il gruppo guidato da Carlo Bertazzo ha ceduto Adr Retail alla società Aelia del gruppo Lagardère Services. Il controvalore dell’operazione, nell’occasione, era stato determinato in circa 229,4 milioni. (Il Sole 24 ore).