[row] [col col=6]Hilmo2[/col] [col col=6]Lo scorso aprile Hilmo è finalmente tornato dai suoi cari a Porto Lucena, nel profondo Sud del Brasile. Capelli e barba lunga, questo tranquillo cinquantaduenne dall’aspetto di un profeta d’altri tempi ha vissuto per oltre 10 anni al Terminal 3 dell’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino. Del suo passato non si avevano notizie certe, ma Hilmo sapeva di essere brasiliano e raccontava di essere stato derubato dei propri documenti di identità qui in Italia tanto tempo fa. La sua famiglia dopo aver cercato invano di ritrovarlo, anche attraverso l’edizione brasiliana di “Chi l’ha visto”, ormai riteneva fosse morto e aveva smesso di cercarlo. È stata Suor Geralda, salesiana e originaria come lui del Brasile, a prendere i contatti con i suoi parenti e dare loro la bella notizia che il loro caro era sano e salvo in Italia.
A raccontarci questa bella storia è don Giovanni Soccorsi, cappellano dell’aeroporto e sostenitore di un nuovo progetto caritatevole che ha preso avvio la scorsa estate. Si tratta di una iniziativa congiunta della Caritas della diocesi di Porto-Santa Rufina, della parrocchia Santa Maria degli Angeli sita appunto nell’aeroporto di Fiumicino e di Adr, che con un protocollo d’intesa hanno congiunto le forze con l’obiettivo di prestare assistenza alle persone senza fissa dimora che vivono più o meno stabilmente nell’aerostazione.[/col] [/row]

Tutto ha avuto inizio lo scorso anno con l’apertura della Porta Santa per il Giubileo della Misericordia, quando Mons. Gino Reali, vescovo di Porto-Santa Rufina, ha deciso di inviare presso l’aeroporto di Fiumicino don Giovanni per dare assistenza spirituale ai lavoratori dello scalo e agli stessi passeggeri.

“Vivendo la realtà dell’aeroporto – racconta il sacerdote – mi sono avvicinato a queste persone in difficoltà, ho scoperto i drammi personali che stanno dietro la loro condizione di povertà e ho fortemente creduto nella sinergia fra la missione caritatevole della Chiesa e l’impegno di Adr, scoprendo un’azienda attenta all’accoglienza fraterna verso gli ultimi”.
In questi primi 10 mesi di attività i volontari hanno prestato assistenza a una trentina di barboni stanziali e ad altri 40 circa stagionali (spinti nello scalo dalle temperature eccessivamente calde o fredde); alcuni di loro sono stati aiutati a trovare un alloggio dignitoso altrove, altri sono rientrati nelle loro città o nei loro paesi.
“Approfitto per ringraziare di cuore alcuni dipendenti di Adr, Air France e Alitalia. Grazie alla loro generosità – continua don Giovanni – abbiamo potuto acquistare il biglietto aereo per Hilmo, divenuto l’emblema di questo bel progetto finalizzato a ridare dignità alle persone e trovare loro una sistemazione sicura”.
E la solidarietà per i senzatetto dell’aeroporto potrebbe non arrestarsi qui. Infatti è in progetto la costruzione di un piccolo dormitorio nei pressi della parrocchia dello scalo con alcuni posti letto per i senza dimora di passaggio.
In un mondo dove spesso prevale la fretta e gli interessi personali, queste sono storie da raccontare e da cui trarre ispirazione.