Intossicate all’interno dell’ospedale in cui lavorano. Ma non, come si potrebbe logicamente pensare, per aver inalato sostanze medicinali che maneggiano in continuazione. Bensì per aver respirato un anticrittogamico che veniva dall’esterno.
Giovedì mattina, intorno alle 11, otto infermiere tra i 51 e i 69 anni di età, mentre pare che fossero regolarmente in servizio in corsia al Bambino Gesù di Palidoro, hanno cominciato a sentirsi male. Prima un forte bruciore agli occhi – che sono presto diventati rossi – e abbondante lacrimazione, proprio come se qualcosa desse loro fastidio. Poi sono arrivate la difficoltà respiratorie e la sensazione di soffocamento, che hanno fatto scattare l’allarme.
I primi soccorsi sono stati portati nello stesso ospedale pediatrico di Palidoro, mentre alcune sono state trasportate in ambulanza all’Aurelia hospital di Roma per sottoporle ad accertamenti più approfonditi. Dai primi test, i medici hanno capito che si trattava di un’intossicazione. E, andando a scavare nello specifico, di intossicazione da sostanze chimiche, esattamente come l’anticrittogamico Vapam. Un composto (di Metamsodio) che si usa come fungicida nei terreni industriali, così come nei vivai e nelle serre. E infatti la struttura, sede distaccata del nosocomio per bambini al Gianicolo, si trova in una zona circondata dal verde. Quindi, è probabile che la sostanza chimica, magari con l’aiuto di qualche folata di vento, abbia raggiunto l’ospedale da una vicina azienda agricola che l’ha utilizzata.
Sull’intossicazione che ha colpito le otto infermiere, e fortunatamente nessuno dei pazienti ricoverato in quel momento nel nosocomio a ridosso della via Aurelia, stanno indagando i carabinieri della stazione di Passoscuro. Anche l’azienda sanitaria di competenza, la Asl Roma D (distretto sanitario del comune di Fiumicino) ha inviato nella struttura sanitaria di Palidoro gli ispettori. Le verifiche debbono chiarire come sia possibile che una sostanza così tossica abbia raggiunto l’ospedale, se le infermiere si trovassero all’esterno dell’edificio o se i malesseri siano stati provocati dall’inalazione delle sostanze per le finestre rimaste aperte. I militari dell’Arma dovranno inoltre individuare quale delle vicine aziende agricole abbia esagerato nell’uso del fungicida, facendo così trascorrere una mattinata d’allarme e di preoccupazione ai responsabili del nosocomio. (Corriere.it Clarida Salvatori)