“Stato di rischio idraulico nell’area metropolitana di Roma per oltre 250mila cittadini”. È questo l’allarme lanciato dal segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale, Erasmo D’Angelis, in una lettera inviata alla sindaca di Roma e della Città Metropolitana Virginia Raggi e per conoscenza anche al capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e al prefetto di Roma, Paola Basilone. D’Angelis nella lettera denuncia “assenza o carenza di manutenzione per circa 700 km di fossi e canali delle rive del Tevere e dell’Aniene” e sottolinea la “necessità di aggiornamento del Piano di Protezione Civile con l’inserimento delle nuove aree a rischio idrogeologico perimetrate dall’Autorità”. “A seguito dei recenti allagamenti in alcune aree della Capitale – si legge − e dopo un’accurata verifica delle condizioni del reticolo idraulico nel territorio dell’area metropolitana quel che emerge è un gravissimo e pericoloso stato di rischio idraulico. All’effetto urbanizzazione con l’occupazione di spazi di esondazione naturale dei corsi d’acqua, si sono aggiunte criticità dovute allo stato di grave degrado e mancata o carenza di manutenzione del reticolo idrografico minore dell’ambito metropolitano. Siamo a livelli inaccettabili e molto preoccupanti all’inizio della stagione autunnale. L’analisi del reticolo, costituito dai principali tributari del Tevere e dell’Aniene, con una estensione complessiva di circa 700 chilometri, nelle loro dinamiche idrauliche evidenzia rischi elevati per la presenza di vaste aree densamente abitate da oltre 250mila cittadini, il dato probabilmente più elevato a livello europeo, luoghi di lavoro, aree turistiche. In particolare la pericolosità idraulica lega le zone fociali della bonifica storica di Ostia e di Fiumicino a numerose aree urbane come Torrino, Statuario, Tor Sapienza, Prima Porta. La carenza e assenza, che continua ormai da diversi anni, di manutenzione fa del Comune di Roma l’unica capitale europea priva di programmazione e gestione operativa della manutenzione idraulica ordinaria e straordinaria, l’attività più utile ed efficace ai fini della buona prevenzione di danni a beni pubblici e privati e soprattutto per la salvaguardia di vite umane. Anche nel caso di eventi meteorologici non estremi, la massima capacità di deflusso dell’acqua deve essere sempre garantita in superficie e nel reticolo fognario nella sua funzione di collettamento delle acque di scarico.  A tal proposito risulta inspiegabile il mancato impegno del Consorzio di Bonifica Tevere ed Agro Romano la cui importante attività operativa di manutenzione si ferma all’esterno del Raccordo Anulare”. D’Angeli sottolinea quindi che “risulta evidente l’urgenza di avviare un programma di manutenzione dei corsi d’acqua e del reticolo secondario per garantire la loro massima capacità di deflusso sia in superficie che nelle reti fognarie. Ed è necessario, ai fini della prevenzione del rischio alluvioni, l’aggiornamento del Piano di Protezione civile che comprenda anche tutte le nuove aree a rischio idrogeologico perimetrate nei recenti aggiornamenti del Pai (Piano di assetto idrogeologico)”.
Nella stessa missiva viene allegata una mappa in cui “sono tracciate le zone con fossi e canali dove intervenire per scongiurare l’eventualità di allagamenti di seminterrati e locali al pianterreno, di sottopassaggi, infrastrutture e aree archeologiche e monumentali in coincidenza di zone di deflusso delle acque meteoriche. Il Distretto è a completa disposizione per facilitare questa che consideriamo tra le più importanti opere pubbliche a tutela dei cittadini e dei beni pubblici, privati e storici esposti”.