A cura della redazione / foto di Francesco Camillo
È morto così ieri mattina un operaio italiano di 47 anni, A.P., dipendente della Sedilvet, una ditta napoletana addetta alle manutenzioni del gruppo Terna, multinazionale dell’energia elettrica. L’uomo da lunedì era al lavoro a Maccarese sulla linea dell’alta tensione Roma Ovest – Fregene, tralicci biancorossi alti 40 metri che l’operaio stava riverniciando su un terreno agricolo a pochi metri da via dei Collettori, all’angolo con via delle Tamerici.Eppure la mattinata era cominciata bene, un cielo blu dopo la tramontana, sole pieno e su quel palo in alto una splendida visuale: davanti la campagna e la vicina Oasi Vasche di Maccarese, alle spalle il mare di Fregene, uno scenario da raccontare la sera alla moglie e ai due figli dell’uomo. Invece all’improvviso ecco la tragedia, intorno alle 10.00, forse per la rottura del sistema di ancoraggio o del cedimento di un sostegno della scala, l’operaio precipita a terra. Nemmeno il tempo di rivolgere l’ultimo pensiero ai figli, pochi istanti nel vuoto e poi il tonfo nel recinto sottostante che ospita gli asinelli.Secondo il medico intervenuto la morte è stata istantanea, troppo alta la quota della caduta. Inutile l’ambulanza, arrivata insieme agli agenti del Commissariato di Fiumicino, agli uomini della scientifica e agli incaricati della Asl del servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, a cui spetta la valutazione di eventuali violazioni.

Il magistrato ha disposto per oggi l’autopsia del 47enne, incaricato delle indagini il Pubblico Ministero della Procura di Civitavecchia Valentina Zavatto.

«Esprimiamo profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia dell’operatore della ditta appaltatrice», è il commento di Terna. Al quale si sono aggiunte le condoglianze del sindaco Esterino Montino: «Nessuno dovrebbe mai morire nel fare il proprio lavoro».

Il 27 maggio 2016 tra Maccarese e Torrimpietra c’era stato un caso simile, un operaio di 29 anni di una ditta appaltatrice di Enel era volato da 10 metri di altezza mentre potava un pino. Per lui la sorte era stata più generosa, se l’era cavata con fratture e traumi vari.